SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Gli ultimi rilievi effettuati dalle autorità sanitarie nel quartiere di San Filippo Neri hanno rivelato il permanere, in alcuni campioni di acque ad uso non potabile, della presenza di tetracloroetilene o PCE, sostanza chimica che degrada lentamente in altri composti come la trielina.

Pertanto l’Amministrazione comunale ricorda che è sempre in vigore l’ordinanza sindacale del febbraio scorso che vieta, per qualsiasi scopo, l’utilizzo dell’acqua prelevata dai pozzi privati e pubblici ubicati nell’area interessata dalla contaminazione che, come detto, è compresa nel quartiere di S. Filippo Neri.

Ricordiamo che il tetracloroetilene è contenuto in molti prodotti utilizzati come solventi per lo sgrassaggio, la pulitura di parti metalliche o la pulitura a secco di tessuti e, tra le caratteristiche di questa sostanza, ci sono la volatilità e la capacità di essere assorbito sia dalle radici di molte specie vegetali ed arboree sia dalle foglie delle piante a seguito della sua volatilizzazione.

Va ribadito comunque che l’acquedotto che serve le abitazioni dei cittadini non è coinvolta nella problematica. L’acqua che alimenta l’acquedotto e le linee di distribuzione dell’acqua destinata al consumo umano non hanno infatti nessun in contatto con le acque potenzialmente inquinate.

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