Zenit di Luca Marcolivio
Durante l’ultima assemblea sinodale, la discussione è avvenuta nella massima libertà e le verità fondamentali sulla famiglia e sul matrimonio non sono state toccate.
Lo ha detto papa Francesco durante l’Udienza Generale di oggi, con cui ha iniziato il nuovo ciclo di catechesi sul tema della famiglia, a due mesi dalla conclusione dell’Assemblea Sinodale straordinaria ad essa dedicata e a poco meno di un anno dall’Assemblea ordinaria sul medesimo tema.
In apertura dell’Udienza, il Santo Padre ha sigillato la conclusione del precedente ciclo, dedicato alla Chiesa: “Ringraziamo il Signore che ci ha fatto fare questo cammino riscoprendo la bellezza e la responsabilità di appartenere alla Chiesa”, la quale è composta da “tutti noi”.
Di seguito Francesco ha ringraziato i giornalisti per il lavoro svolto “anche con abbondanza” sul Sinodo, lamentando però una visione dei media troppo spesso “nello stile delle cronache sportive, o politiche: si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e progressisti”.
Pertanto, il Papa ha voluto spiegare come lui stesso ha vissuto l’evento, in occasione del quale ha chiesto ai padri sinodali “di parlare con franchezza e coraggio e di ascoltare con umiltà”, senza alcuna “censura previa”.
La discussione, del resto, “non è una cosa brutta”, dal momento in cui gli stessi apostoli “si sgridavano tra loro”, quando, ad esempio, “cercavano la volontà di Dio sui pagani, se potevano entrare in Chiesa o no”. L’essenziale è che la discussione si faccia sempre “con umiltà e con animo di servizio all’assemblea dei fratelli”.
In particolare dopo la relazione iniziale del cardinale Peter Erdö, c’è stato un “momento di grande libertà”, in cui ciascuno dei padri ha potuto esporre il proprio pensiero “con parresia e con fiducia”. A tal proposito, il Santo Padre ha ringraziato la Segreteria del Sinodo “per il grande lavoro che ha fatto sia prima che durante l’Assemblea”.
“Nessun intervento – ha aggiunto – ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita”, riconosciuti e tutelati dal Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes, 48) e dal Diritto Canonico (1055-1056).
La Relatio post disceptationem, ha ricordato il Pontefice, è stata “articolata in tre punti: l’ascolto del contesto e delle sfide della famiglia; lo sguardo fisso su Cristo e il Vangelo della famiglia; il confronto con le prospettive pastorali”.
Il quarto momento è stato segnato dall’esame da parte della commissione di “tutti i suggerimenti emersi dai gruppi linguistici”, seguito dalla relazione finale, “che ha mantenuto lo schema precedente – ascolto della realtà, sguardo al Vangelo e impegno pastorale – ma ha cercato di recepire il frutto dalle discussioni nei gruppi”, ed infine, dal Messaggio finale, “più breve e più divulgativo rispetto alla Relazione”.
Rispondendo a quanti si sono domandati se, durante l’Assemblea, il clima sia stato animoso, Francesco ha detto: “non so se i Padri hanno litigato, ma che hanno parlato forte, sì, davvero, eh! E questa è la libertà, è proprio la libertà che c’è nella Chiesa”.
L’Assemblea Sinodale si è quindi svolta “cum Petro et sub Petro, cioè con la presenza del Papa, che è garanzia per tutti di libertà e di fiducia, e garanzia dell’ortodossia” e definitivamente conclusa dal Messaggio finale, nel quale il Santo Padre ha fornito la sua “lettura sintetica dell’esperienza sinodale”.
Ricordando che la Relazione finale sarà inviata alle Conferenze Episcopali e da esse discussa in vista dell’Assemblea Ordinaria, in programma per l’ottobre 2015, il Santo Padre ha ribadito che “il Sinodo non è un parlamento, ma uno spazio protetto affinché lo Spirito Santo possa operare”.
Inoltre “non c’è stato scontro tra fazioni, ma un confronto tra i Vescovi, che è venuto dopo un lungo lavoro di preparazione e che ora proseguirà in un altro lavoro, per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società”: si tratta del “normale cammino sinodale”.
In questa fase intermedia tra l’Assemblea straordinaria e l’ordinaria, dunque, il Sinodo affida alle “chiese particolari il lavoro di preghiera, riflessione e discussione fraterna”.
Papa Francesco ha quindi concluso la catechesi, invocando l’intercessione della Vergine Maria, affinché “ci aiuti a seguire la volontà di Dio prendendo le decisioni pastorali che aiutino di più e meglio la famiglia” e ha chiesto a tutti i fedeli di “accompagnare questo percorso sinodale fino al prossimo Sinodo con la preghiera”.