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Papa Francesco “Dio si compiace nel sovvertire le ideologie e le gerarchie mondane”

Zenit di Luca Marcolivio

Le apparizioni della Vergine di Guadalupe – le prime della Madonna mai avvenute in America Latina – rappresentarono una “drammatica gestazione” che, per certi versi, richiama l’Apocalisse e il “grande segnale apparso nel cielo” di “una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi” (Ap 12,1).

Su questo riferimento biblico, papa Francesco ha incentrato la sua omelia in occasione della Santa Messa che, com’è ormai tradizione da qualche anno, si celebra nella basilica di San Pietro ogni 12 dicembre, festa liturgica della Vergine di Guadalupe, patrona delle Americhe.

La celebrazione è stata accompagnata dai canti della Misa Criolla del compositore argentino Ariel Ramírez, la cui esecuzione è stata diretta dal figlio, Facundo Ramírez.

L’immagine mariana impressa sulla tilma dell’indigeno San Juan Diego, oltre a ricalcare fedelmente le Scritture, “assume in sé la simbologia culturale e religiosa degli indigeni, e annuncia e dona suo Figlio ai nuovi popoli di dilaniato meticciato”, ha spiegato il Papa.

“Tanti esultarono di gioia e speranza davanti alla sua visita e davanti al dono di suo Figlio e la più perfetta discepola del Signore è diventata la “grande missionaria che portò il Vangelo alla nostra America” (Aparecida, 269)”, ha proseguito il Santo Padre.

“Il Figlio di Maria Santissima, Immacolata incinta – ha aggiunto – si rivela così dalle origini della storia dei nuovi popoli come “il verissimo Dio grazie al quale si vive”, buona novella della dignità filiale di tutti suoi abitanti. Ormai più nessuno è servo, ma tutti siamo figli di uno stesso Padre e fratelli tra di noi”.

Dopo aver “visitato” i popoli del nuovo mondo, la Santa Madre di Dio “ha voluto rimanere con loro”, lasciando “stampata misteriosamente la sua sacra immagine nella tilma del suo messaggero perché la avessimo ben presente, diventando così simbolo dell’alleanza di Maria con questi popoli, ai quali conferisce anima e tenerezza”.

Nelle Americhe, quindi, la fede cristiana è cresciuta in particolare grazie all’intercessione di Maria Santissima fino a diventare “il più ricco tesoro dell’anima dei popoli americani, la cui perla preziosa è Gesù Cristo”.

Ne è nato così “un patrimonio che si trasmette e manifesta fino ad oggi nel battesimo di moltitudini di persone, nella fede, nella speranza e nella carità di molti, nella preziosità della pietà popolare e anche in quell’ethos dei popoli che si mostra nella consapevolezza della dignità della persona umana, nella passione per la giustizia, nella solidarietà con i più poveri e sofferenti, nella speranza a volte contro ogni speranza”.

Per questo motivo, ancora oggi, Dio è degno di lode “per le meraviglie che ha operato nella vita dei popoli latinoamericani”. Per mezzo della sua intercessione, Maria “riconosce lo stile e il modo di agire di suo Figlio nella storia della salvezza”.

“Travolgendo i giudizi mondani, distruggendo gli idoli del potere, della ricchezza, del successo a tutti i costi, denunciando la autosufficienza, la superbia e i messianismi secolarizzati che allontanano da Dio, il cantico mariano confessa che Dio si compiace nel sovvertire le ideologie e le gerarchie mondane”, ha sottolineato il Pontefice.

Come ci ricorda il Magnificat, Maria “innalza gli umili, viene in ausilio dei poveri e dei piccoli, colma di beni, di benedizioni e di speranze a quelli che si fidano della sua misericordia di generazione in generazione, mentre abbatte i ricchi, i potenti ed i dominatori dai loro troni”.

Ed è proprio il Magnificat che “ci introduce nelle Beatitudini, sintesi primordiale del messaggio evangelico”, alla luce del quale, “ci sentiamo spinti a chiedere che il futuro dell’America Latina sia forgiato per i poveri e per quelli che soffrono, per gli umili, per quelli che hanno fame e sede di giustizia, per i compassionevoli, per i puri di cuore, per quelli che lavorano per la pace, per i perseguitati a causa del nome di Cristo”.

La richiesta veicolata da papa Francesco è motivata dal fatto che l’America Latina è il “continente della speranza”, per il quale “si sperano nuovi modelli di sviluppo che coniughino tradizione cristiana e progresso civile, giustizia e equità con riconciliazione, sviluppo scientifico e tecnologico con saggezza umana. Sofferenza feconda con gioia speranzosa”.

È possibile custodire questa speranza “solo con grandi dosi di verità e di amore, fondamenti di tutta la realtà, motori rivoluzionari di un’autentica vita nuova”, ha affermato il Papa, poco prima di invocare l’intercessione della Vergine di Guadalupe, “perché continui ad accompagnare, aiutare e proteggere i nostri popoli”.