Hanno partecipato in tanti all’assemblea nazionale dei giovani del Movimento cristiano lavoratori che si è tenuta a Roma e che era chiamata ad eleggere il nuovo comitato esecutivo del gruppo giovanile. Oltre 250 ragazze e ragazzi fra i 18 e i 35 anni dal nord al sud del Paese si sono ritrovati per condividere le loro esperienze nel movimento e per far sentire la propria voce. Un’occasione di confronto e di dialogo, per discutere insieme di ciò che è emerso negli ultimi tre anni di cammino nei diversi territori e per suggerire proposte. Per il Movimento, certo, ma anche per il Paese, perché in un momento così delicato bisogna dimostrare che la propria fede va oltre i confini territoriali. “C’è un’Italia sotterranea viva e promettente che non trova le fessure giuste per emergere adeguatamente”, ha detto il presidente nazionale di Mcl, Carlo Costalli, riferendosi a questa generazione in costante bilico fra disoccupazione e sfiducia.
Eredità raccolta. La gran parte di loro, quando 42 anni fa nasceva il Movimento, non era neanche nata, ma ascoltando durante l’assemblea i loro interventi, si capisce che sono perfettamente in grado di raccoglierne l’eredità. Così, mentre a qualche chilometro di distanza va in scena lo scontro di piazza fra il Governo e il sindacato, loro sono qui a parlare, a scambiarsi esperienze e consigli per migliorare il movimento. “Se non siamo in grado di trasmetterci a vicenda le diverse esperienze che viviamo all’interno dei territori, allora non riusciremo mai a crescere davvero come movimento”, suggerisce dal palco Arianna, delegata regionale della Toscana. Per farsi un’idea su quanto sia forte e radicata la presenza di Mcl in ogni regione, basta scambiare qualche battuta con loro, con i giovani che in tutta Italia mettono in pratica ogni giorno quella dimensione popolare e sociale che contraddistingue il Movimento fin dalla sua nascita.
A servizio con “Pronto lavoro”. Attraverso l’esperienza associativa, la loro voglia di rimboccarsi le maniche e di mettersi al servizio del prossimo si traduce in attività e servizi di assistenza ai lavoratori e alle fasce più deboli. Così, ad esempio, quattro anni fa è nato “Pronto lavoro Mcl”, il servizio di consulenza dedicato a chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro. “Si tratta di un vero e proprio sportello per chi ha finito gli studi, per chi è disoccupato o, in generale, per tutti coloro che hanno bisogno di aiuto per districarsi nel complicato mondo del lavoro”, spiega il presidente provinciale Mcl Milano, Giovanni Gut. “In sostanza, offriamo informazioni sulle offerte lavorative, insegniamo ai ragazzi a creare il proprio curriculum e ad affrontare con consapevolezza e tranquillità i colloqui di lavoro”.
C’è molto altro. Ma oltre all’occupazione, al centro delle attività del Movimento c’è molto altro. Ci sono i servizi di assistenza agli anziani, le raccolte fondi, le attività di volontariato e le campagne di sensibilizzazione. “Noi di Mcl Sicilia – racconta il delegato regionale Walter – abbiamo avviato una raccolta fondi in collaborazione con altre associazioni per aiutare i bambini malati che non potranno trascorrere il Natale a casa. Ma poi ci preoccupiamo di passare anche del tempo insieme a loro, perché altrimenti sarebbe una solidarietà a metà”. C’è poi chi si occupa del monitoraggio ambientale attraverso campagne di sensibilizzazione sul problema dell’inquinamento e del degrado, come i ragazzi di Mcl Puglia. “Occuparsi del proprio territorio è un dovere – sostiene Marco mostrando i progetti elaborati dal suo comitato – ma non possiamo ricordarci del dissesto idrogeologico solo quando provoca vittime e disastri”.
A fianco delle famiglie contadine. Tre le iniziative di carattere internazionale create dal Movimento, l’ultima in ordine di tempo è la campagna “Dal seme al cibo” che aiuterà oltre 10mila famiglie contadine dei Paesi in via di sviluppo a coltivare, insieme alla terra, anche una vita più dignitosa. “È un modo di combattere la povertà tentando di arrestarla sul nascere – spiega il nuovo segretario del Movimento, Maria Anselmi – perché aiutiamo le famiglie direttamente nei loro Paesi d’origine, evitando così che siano costrette a lasciare la loro terra per emigrare”. “Far parte del Movimento cristiano lavoratori – recita il manifesto dei giovani Mcl – significa vivere un’esperienza di amicizia, ponendo al centro di tutto la persona, nel mondo del lavoro così come della scuola”. E sono tanti i ragazzi che hanno scelto di far parte di questa grande famiglia. Ognuno di loro lo ha fatto per un motivo valido. C’è chi lo ha fatto per poter assistere gli ultimi, chi per condividere la voglia di stare insieme, e chi perché, un giorno, spera di far parte della futura classe dirigente del Paese. In attesa del futuro, però, hanno tutti scelto di mettere a disposizione qualcosa che, alla loro età, è assai difficile strappargli: l’entusiasmo. Un motore che, nonostante le difficoltà e la crisi, non si spegne mai, ma cresce attraverso la condivisione e il confronto.