ACQUAVIVA PICENA – La parrocchia di San Niccolò ha accolto Fabio Salvatore, giovane scrittore ospite della nostra diocesi per una settimana.
Nel pomeriggio Salvatore ha pertecipato alla festa per la Madonna di Loreto organizzata presso l’oratorio per gli anziani, mentre alle ore 21 nella chiesa parrocchiale si è tenuto l’incontro con i giovanissimi, i giovani e tutta la Comunità.
La testimonianza dello scrittore è stata molto forte e diretta, Fabio Salvatore in un momento importante della sua carriera ha scoperto di avere il cancro:”Per sette mesi ho fatto finta che questa malattia non ci fosse, continuavo ad andare in giro dicendomi “tanto è lo stress”, poi, una sera a teatro, sono svenuto, i miei muscoli hanno ceduto; per colpa del mio non volermi bene mi sono fatto del male. Nella vita, tutte le volte in cui non accettiamo come vanno le cose noi non ci vogliamo bene; in quei sette mesi sono andato contro di me e quei sette mesi li sto pagando in questi sedici anni con questo cancro che entra ed esce da questo corpo perché in quel periodo sono nate quelle affezioni che sono correlate a questa malattia”.
Parlando del proprio rapporto con la fede, Fabio ha detto:”Vengo da una famiglia dove c’è sempre stato al centro l’amore di Dio, la preghiera, il rosario quotidiano, quindi ho percepito la fede come bellezza, bontà, offerta. All’età di 14 anni ho incominciato a prendere di mira il mio parroco, ho fatto quella strana assonanza di “credo in Dio ma non nella Chiesa”, uno sbaglio enorme che facciamo perché molte volte nei sacerdoti non guardiamo all’umano, per noi il sacerdote è quello che deve accettare come siamo, comprendere come siamo quando invece noi non lo accettiamo per come è. Quindi per seguire il mio gruppo e la mia vita, mi sono messo con le spalle rivolte a Gesù. Spesso nella vita ci allontaniamo dalla Chiesa per poi entrarci e chiedere “se tu mi dai questo io ti do questo”, non entriamo in chiesa per ringraziare il Signore, per offrire i nostri dubbi, le nostre sofferenze o la nostra gioia, perché molte volte, seppur siamo un popolo di risorti, il popolo della luce, ci portiamo dietro un carico di tristezza e scontentezza. Quando entriamo in chiesa siamo pieni di problemi, pieni di angoscia e questo è quello che non avevo capito, perché nel dolore e nella sofferenza due sono gli atteggiamenti che abbiamo: o un cuore indurito, carico di rabbia di odio, oppure un cuore che si spalanca ed è predisposto all’amore, e quando ho aperto il mio cuore e l’ho predisposto all’amore tutto è cambiato. Il 3 maggio del 1999 sono rinato perché sono stato operato con 6 ore di intrvento che mi hanno cambiato la vita. Quando il cancro si è ripresentato dopo 10 anni, ho avuto un’altra prova da affrontare: mio padre fu ucciso in un incidente stradale da due ragazzi usciti dalla discoteca e alla guida di un’auto in stato di ubriachezza. In quel momento ho detto “Signore sia fatta la Tua volontà e mai più la mia. Ti offro la mia vita fai tu”, e questo mi ha portato non solo a perdonare i ragazzi che hanno ucciso il mio papà, ma, poiché l’amore di Dio è stato così tanto nei miei confronti, anche a cercare non il giustizialismo ma la sete di quella giustizia giusta per i giusti: davanti a Gesù conta soltanto il perdono e la misericordia. Ho sentito forte quel perdono che ha graziato tutti, anche me, e ho avuto quella voglia di camminare e di essere umile testimone come dice San Francesco “Siate testimoni con la vostra vita attraverso le parole del Vangelo ma anche attraverso le vostre parole e la vostra testimonianza”. Noi non possiamo essere più i cristiano-cattolici della domenica, noi siamo il popolo della luce, della gioia e della voglia di vivere e di amare con le nostre piccole e grandi croci sul cuore e le nostre spine nel fianco”.
Ai ragazzi Fabio ha detto:“Non possiamo barattare l’amore. A voi ragazzi la nostra generazione ha ha portato via tutto: la speranza, i sogni, il posto di lavoro, ma per fortuna voi avete la vostra spontaneità, la vostra bellezza che vi fa continuare ad essere quello che siete. Riprendete tutti in mano la vostra vita affidandola a Maria, affidando il vostro cuore a Gesù, questa è la prima conversione, una conversione che trasforma un cuore di pietra in un cuore di carne che trasuda sangue, lacrime e preghiere. Se non avessi avuto questa conversione, oggi non sarei qui a testimoniarvi questa gioia incredibile che ho dentro di me: io sono una persona felice, che cade, che si fa male, che ha mille limiti ma che ce la mette tutta nel donarsi e nel donare. Non dobbiamo vivere una vita per Gesù ma con Gesù. Gesù ci vuole con lui ed è lui che si fida di noi, non dobbiamo avere paura di mettere a frutto i nostri talenti. Io non ho paura della morte, l’unica angoscia che ho è quella di non vivere la mia giornata nella pienezza dell’amore vero di Dio. In questo Avvento e questo Natale Gesù ancora una volta rinasce e ritorna con il suo mistero d’amore su questa terra e io voglio rinascere con lui. La stella cometa Dio ve la regali nel cuore e sia la vostra luce, la luce del vostro cammino, non qualcosa che vedete dall’alto. La stella cometa è caduta sulla terra perché il paradiso è qui, il paradiso è adesso e noi possiamo viverlo perché siamo un popolo meraviglioso, un popolo diverso che ha qualcosa in più rispetto agli altri: ha Gesù nel cuore!”.
I prossimi appuntamenti
Lunedì 15 dicembre
Ore 10.00 – 13.00 S. Benedetto Incontro studenti Liceo
Ore 16.00 Porto d’Ascoli Incontro con anziani e malati Unitalsi – Parrocchia Cristo Re
ore 21.00 Incontro Unitalsi – personale
Martedì 16 dicembre
Ore 10.00/13 incontro scuola Ragioneria
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