“Alzati, va a Ninive la grande città” dove il Vangelo si fa incontro è stato il tema del IV° Convegno Missionario Nazionale che si è svolto presso la Fraterna Domus di Sacrofano dal 20 al 23 novembre 2014.
Il Convegno, organizzato dall’Ufficio della CEI per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese insieme alla Fondazione Missio e alla Fondazione Cum, si è proposto di valorizzare la ricchezza delle esperienze missionarie della Chiesa che sono in Italia rilanciando l’impegno di singoli e gruppi e comunità per la MISSIO AD GENTES, a partire dai poveri, dagli ultimi che vivono nelle periferie del mondo.
A dieci anni dal precedente Convegno Nazionale di Montesilvano, si è sentito il bisogno di riunire tutte le forze in campo della missionarietà italiana per fare il punto della situazione su tre pilastri dell’azione pastorale come formazione – animazione – cooperazione per poter guardare avanti e rivitalizzare quel fuoco della missione che oggi dà l’impressione di essere spento, ma che in realtà è brace da ravvivare.
Un Convegno dai forti contenuti, che hanno aiutato tutti a riflettere e prendere coscienza sul modo di essere Chiesa in un mondo lacerato da interessi personali che mettono l’uomo nelle periferie in modo da non poter ostacolare il cammino di pochi che si definiscono i portatori della salvezza.
I propositi che sono emersi dal Convegno sono quelli di una Chiesa che, andando controcorrente, su invito del nostro amato Papa Francesco, si metta in cammino verso le periferie testimoniando il vangelo soprattutto ai poveri prendendo come modello la figura del profeta Giona inviato a Ninive per la salvezza di quella cittadina, annunciando a tutti la sorprendente misericordia di Dio con la passione di ogni componente della comunità cristiana studiando anche nuovi stili di presenza missionaria.
Il Convegno ha avuto degli ottimi relatori in tre distinti ambiti:
BIBLICO:
“Alzati, e va’ a Ninive” -La Parola di Dio nella globalizzazione– E. Mons. Ambrogio Spreafico
“Passando in mezzo a loro, se ne andò” -Missione oltre i confini- Suor Antonietta Potente
SOCIOLOGICO/ANTROPOLOGICO:
“Annunciare nella città, oggi”. Rilettura/analisi contributi della fase preparatoria alla luce della situazione socio-culturale attuale Prof. Aluisi Tosolini
“Stare a Ninive”: la città luogo d’incontro con la Grazia (tra crisi e opportunità) Proff. Mauro Magatti e Chiara Giaccardi
TEOLOGICO:
“Il Dio del per-dono”: dono ricevuto e testimonianza cristiana attiva nella città e nel mondo. Gustavo Gutierrez
Al Convegno hanno preso parte 800 persone di cui 203 sacerdoti, 130 religiosi/e, 520 laici.
La nostra Diocesi era rappresentata da Rossana Malatesta e Spinozzi don Nicola rispettivamente Segretaria e Direttore del Centro Missionario Diocesano.
Grandi assenti sono stati i rappresentanti delle molteplici associazioni missionarie: sono stati presenti e rappresentate solamente 12 realtà con 31 aderenti.
Il Convegno ha anche dato modo di guardare alla Missio ad Gentes (e non solo, ma molto simile allo stato delle nostre parrocchie) in cui il missionario percepisce di operare in una situazione che appare come sotto assedio. Tre sono i comportamenti che si possono adottare:
- ARRENDERSI o venire ai patti e trattare la propria resa abbandonandosi agli eventi;
- RESISTERE all’infinito, sviluppando tutti i vissuti tipici della persona sotto assedio: vittimismo, chiusura, incapacità di cogliere i nuovi contesti con le diverse occasioni di interazione con essi, dogmatismo;
- USCIRE DALL’ASSEDIO, aprire le porte, eliminare le mura. In poche parole smettere di percepirsi assediati e far fuori il demone della paura. Avere in sé la SPERANZA.
Il teologo Padre Gustavo Gutierrez, ha evidenziato che la povertà non è una fatalità: è piuttosto “una creazione di noi esseri umani”, responsabili delle condizioni che la determinano. Pertanto non è per sempre ma modificabile sottolineando che bisogna affrontare una “battaglia culturale” non riguardante solo l’aspetto economico ma comprende anche quello razziale e geografico.
Il povero è colui che “non ha diritto di avere diritti” e che di conseguenza viene considerato insignificante nella nostra società. Altro tipo di povertà è quella spirituale che ha una accezione positiva e che porta alla santità ed è anche per questo che nelle nostre scelte dovremmo avere “l’opzione preferenziale per i poveri”.
Al termine dei lavori è emerso che si desidera una Chiesa in uscita che sappia “stare”, quando è necessario ascoltare, e che sappia “uscire” quando è necessario mettersi a servizio delle periferie umane ed anche di sentirsi “Diocesi in rete”, di cambiare dialogo nella comunicazione e di usare le nuove tecnologie mettendole a servizio della missione disposti ad essere meno burocrati, ascoltando i racconti della missione ed inviando missionari “Ad Gentes”. Insomma una Chiesa missionaria che si rinnova e che si nutre direttamente alla fonte della Parola; che non cerca filtri e che non vuole orpelli e che desidera ricominciare a respirare “l’odore delle pecore” dai suoi pastori e da se stessa.