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Conosciamo meglio la storia della comunità cristiana Montaltese

Montalto

Lauretanum

MARTINSICURO – L’attuale assetto parrocchiale dell’antica e gloriosa Comunità cristiana montaltese vien giù da un complesso processo storico, frutto di lungimiranti progetti pontifici, poi non sempre o non completamente realizzatisi nel corso degli eventi dei secoli.
La primitiva compagine ecclesiale era una realtà molto piccola numericamente e ignota per importanza, avendo tra l’altro vicine le due più conosciute e vivaci presenze dei Castelli ascolani di Patrignone e di Porchia, che godendo della protezione comunale del capoluogo piceno, e delle libertà ad essa collegate, avevano strutture e possedimenti sicuramente più rilevanti.
La fortuna della piccola Montalto, che in realtà aveva il nome di Monte Patrizio, a seguito di un incastellamento dalle contrade limitrofe, fu conoscere la fanciullezza di Felice Peretti, nato a Grottammare nel 1521, ed intorno agli anni trenta di quel secolo dietro interesse dello zio lo segui a Montalto, a formarsi alla vita religiosa e al sacerdozio ministeriale, nel collinare convento di San Francesco alle Fratte.
Le alterne vicende della storia ecclesiastica avrebbero visto quel fanciullo divenire uomo, e, da religioso, arrivare alle sfere più alte della gerarchia dell’Ordine serafico, fino ad intraprendere, dopo l’episcopato, un cammino di continuata ascesa verso il Soglio di Pietro. Divenuto Pontefice col nome di Sisto V, nel 1585, Peretti non dimenticò mai il borgo natìo, che egli riteneva quale sua “Patria carissima”, ma cercò di beneficarlo con tutti i mezzi possibili.

A cominciare dalla volontà di erigere Montalto come Sede di un episcopato al centro del Piceno, insieme con la vicina Ripatransone; quel Piceno già troppo lungamente diviso e devastato dalle eterne rivali Città di Ascoli e Fermo. E darle il rango di Città, coi privilegi a tale titolo connessi, che avrebbe fatto di un borgo quasi raccogliticcio il segno di una volontà più alta di elezione e di costruzione.

In effetti i primi elementi di costruzione si poterono riscontrare fin da subito nella Fabbrica dell’erigenda Cattedrale, che da una prima e provvisoria sede nella chiesa parrocchiale, già da anni elevata a Collegiata, di Santa Maria ad collem, doveva trovare il suo nuovo e più adeguato spazio nel punto di incontro tra il borgo arroccato sul monte, che guardava verso l’ascolano, e la nuova realtà cittadina, che avrebbe dovuto espandersi dal lato opposto, in direzione del fermano.

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