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Papa Francesco “Il potere divino tolga la durezza dai cuori di tanti uomini”

Zenit Di Luca Marcolivio

“Sono le persone umili, piene di speranza nella bontà di Dio, che accolgono Gesù e lo riconoscono”. Lo ha detto papa Francesco, affacciandosi a mezzogiorno dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro per la tradizionale Benedizione Urbi et Orbi ed il messaggio natalizio ai fedeli presenti a San Pietro e in tutto il mondo.

Nel messaggio il Santo Padre si è soffermato sui numerosi conflitti che funestano il pianeta, rivolgendo una preghiera al “Salvatore del mondo”, perché “guardi i nostri fratelli e sorelle dell’Iraq e della Siria” che “insieme con gli appartenenti ad altri gruppi etnici e religiosi, patiscono una brutale persecuzione”.

La preghiera del Papa è andata “ai numerosi sfollati, profughi e rifugiati, bambini, adulti e anziani” di quella regione mediorientale e del mondo intero, con l’auspicio che “muti l’indifferenza in vicinanza e il rifiuto in accoglienza, perché quanti ora sono nella prova possano ricevere i necessari aiuti umanitari per sopravvivere alle rigidità dell’inverno, fare ritorno nei loro Paesi e vivere con dignità”.

Francesco ha poi pregato per la pace in Terra Santa e per il sostegno agli “sforzi di coloro che si impegnano fattivamente per il dialogo fra Israeliani e Palestinesi”.

All’Ucraina ha augurato che Gesù conceda “di superare le tensioni, vincere l’odio e la violenza e intraprendere un nuovo cammino di fraternità e riconciliazione”.

Anche l’Africa è stata oggetto della preghiera del Pontefice, in particolare la Nigeria, “dove altro sangue viene versato e troppe persone sono ingiustamente sottratte ai propri affetti e tenute in ostaggio o massacrate” ma anche la Libia, il Sud Sudan, la Repubblica Centroafricana e la Repubblica Democratica del Congo, anch’essi bisognosi di pace; ai leader politici il Papa ha chiesto “di impegnarsi attraverso il dialogo a superare i contrasti e a costruire una duratura convivenza fraterna”.

Nel suo messaggio natalizio, il Santo Padre ha menzionato il dramma dell’infanzia violata, dei nascituri vittime dell’aborto e di una “cultura che non ama la vita”, dei fanciulli “fatti oggetto di mercimonio e della tratta delle persone, oppure costretti a diventare soldati”, pregando perché Gesù “dia conforto alle famiglie dei bambini uccisi in Pakistan la settimana scorsa”.

Una sottolineatura è andata a “quanti soffrono per le malattie, in particolare alle vittime dell’epidemia di Ebola, soprattutto in Liberia, in Sierra Leone e in Guinea”, per i quali Francesco ha sollecitato “l’assistenza e le terapie necessarie”, ringraziando “quanti si stanno adoperando coraggiosamente per assistere i malati ed i loro familiari”.

La venuta al mondo di Gesù, ha affermato Francesco, porta “liberazione e servizio” ed è un conforto per i “cuori che soffrono guerre, persecuzioni, schiavitù”; ha quindi pregato perché “con la sua mansuetudine questo potere divino tolga la durezza dai cuori di tanti uomini e donne immersi nella mondanità e nell’indifferenza” e perché “trasformi le armi in aratri, la distruzione in creatività, l’odio in amore e tenerezza”.

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