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Nonostante tutte le piccole e grandi crisi, nel mondo la felicità è in aumento. È quanto emerge dai risultati del 38° Sondaggio Mondiale di fine Anno, condotto da WIN/Gallup International, il più grande network mondiale di istituti di ricerca indipendenti, di cui Doxa è il partner per l’Italia.

Secondo l’indagine, il 70% della popolazione mondiale è felice della propria vita e tale percentuale registra un rialzo rispetto al 60% dell’anno scorso); il dato italiano è pari al 41%, ed anch’esso in rialzo (+9%).

Le Isole Fiji sono il paese col più alto livello di felicità (93%) e l’Iraq quello col livello più basso (31%).

L’Africa (75%) e l’Asia (63%) sono i continenti in cui si crede maggiormente in un 2015 migliore del 2014; in Italia questa fiducia è contenuta al 14% ma in crescita di 5 punti rispetto all’anno scorso.

Solo il 12% dei cittadini dell’Europa Occidentale prevede un 2015 di prosperità economica, in Italia il dato è al 10%, comunque in crescita rispetto al 4% rilevato a fine 2013.

Alla fine del 2014 il 70% del totale degli intervistati per il Sondaggio Mondiale di Fine Anno WIN/Gallup International si dichiara felice, con un rialzo del 10% rispetto al 2013. Di queste 64.002 persone solo il 6% afferma di essere infelice, la metà di quanti erano l’anno scorso (12%). Coloro che non si sentono “nè felici nè infelici” appaiono stabili intorno al 25%.

L’Africa emerge come il continente più felice con l’83%, seguito dall’Asia (77%). La maggior quota di infelici è invece stata rilevata in Oceania (14%), Medio Oriente/Nord Africa (13%) ed Europa Occidentale (11%).

Il paese europeo più felice è la Finlandia (80%), quello meno felice è la Grecia, dove un quarto della popolazione (24%) si dichiara infelice.

A livello globale l’indagine mostra che poco più della metà (53%) della popolazione mondiale pensa che il 2015 sarà migliore del 2014, con un incremento della quota degli ottimisti di 5 punti rispetto ad un anno fa. Africa (75%) e Asia (63%) sono i continenti più ottimisti. Europa dell’Est, Medio Oriente/Nord Africa ed Europa Occidentale appaiono invece come i più pessimisti con 28%, 27% e 26% rispettivamente di previsioni negative (ossia un 2015 peggiore del 2014).

La Nigeria è il paese più ottimista in assoluto con l’85% della popolazione adulta che prevede un nuovo anno migliore, mentre il Libano è il meno ottimista con solo 26% di previsioni positive e 52% negative.

Alla domanda sulla prosperità o difficoltà economica del prossimo anno, il 42% della popolazione mondiale prevede un anno di prosperità economica mentre il 23% si aspetta un anno di difficoltà. Decisamente meno roseo il quadro emerso nei paesi dell’Europa Occidentale, dove solo il 12% prospetta un anno di prosperità e il 44% un anno di difficoltà economica.

Anche in questo ambito il paese in cui si sono rilevate le previsioni più fiduciose è la Nigeria, dove l’80% pensa che il nuovo anno sarà prospero, mentre i paesi più pessimisti si sono rivelati la Francia, la Serbia, la Grecia e il Belgio, dove oltre il 50% della popolazione si aspetta un anno difficile dal punto di vista economico.

Entrando un po’ più nel dettaglio dei dati rilevati in Italia dalla Doxa, emerge qualche segnale di ottimismo rispetto a un anno fa: coloro che si aspettano un anno migliore sono cresciuti dal 9 a 14%, con valori più elevati (18-19%) nelle fasce d’età 25-34 e 35-44 anni e nelle regioni del Nord-Ovest (18%). Meno ottimisti invece gli intervistati di 45-54 anni (6%)e residenti nelle regioni del Nord-Est (8%).

Abbastanza confortanti le aspettative più specifiche sull’andamento economico: coloro che si aspettano un anno di prosperità economica sono solamente 1 su 10, ma in crescita significativa rispetto ad un anno fa, quando le previsioni per un anno di prosperità erano solo il 4%. Anche su questo tema le opinioni appaiono molto diverse tra Nord-Ovest e Nord-Est, dove abbiamo rispettivamente il 12% e il 3% di ottimisti e il 39% e il 51% di pessimisti.

Volendo creare una sorta di “barometro dell’ottimismo” riportiamo per gli ultimi 10 anni l’indice Net hope, dato dalla differenza tra le percentuali degli ottimisti e dei pessimisti riguardo alle prospettive economiche per l’anno nuovo. Per quest’anno esso è pari a -31, con un rialzo di 3 punti rispetto all’anno scorso.

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