Foto Don Adam
FORCE – Sabato 3 gennaio è stato celebrato a Force l’Anniversario della morte di Madre Flora, fondatrice delle Suore Missionarie della Fanciullezza.
La Santa Messa è stata presieduta da Mons. Gervasio Gestori ed hanno concelebrato don Mariano, Don Adam e Don Vincent.
Maria Santa Pallotta, questo è il nome di battesimo di Madre Flora, nasce a Force (AP) il 6 gennaio 1916 da famiglia benestante e di profonda fede cristiana. Giovanissima fa parte dell’Azione Cattolica e all’età di 16 anni l’ideale della scelta di vita si è già consolidato; è già diventata irrevocabile la decisione di intraprendere la via della vocazione religiosa. Viene accolta nella congregazione “Piccole Ancelle del Sacro Cuore” di Città di Castello,Diocesi di Perugia, dove riceve una salda formazione religiosa. Intanto lo Spirito del Signore opera in lei chiedendole qualcosa di diverso, preparando ampie prospettive d’azione e donandole uno sconfinato amore per i bambini, specialmente per quelli abbandonati, profughi, poveri o in qualsiasi modo bisognosi.
Il disegno che Dio ha su di lei è un altro e viene capito e condiviso da questa sua prima e tanto amata famiglia religiosa. Così, nel 1951, in risposta a questo appello interiore e in risposta ad un’urgenza di carità, da inizio in Pesaro, ad una nuova Istituzione che verrà denominata Missionarie della Fanciullezza.
E’ il 4 ottobre, giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di San Francesco, la Fondatrice si affida all’intercessione di questo grande santo perchè l’aiuti a vivere il Vangelo della carità nel tragico momento del dopoguerra quando si fa urgente la necessità di assistere i tanti bambini, specie profughi, che più di tutti avevano risentito dei disagi materiali e morali di quel triste momento della nostra storia.
Madre Flora affronta innanzi tutto, con coraggio, tenacia e spirito lungimirante il problema della formazione spirituale e culturale delle giovani che, seguendo la chiamata divina, vogliono intraprendere il cammino di questo apostolato specifico. Nella sua mente si delinea il progetto di promuovere ed assumere, opere di carità dovunque fosse urgente il servizio della fanciullezza povera e bisognosa con ardente spirito missionario e pronta disponibilità. Per attuare questo, occorrono educatrici preparate e così, nonostante notevoli sacrifici finanziari, vuole che tutte le giovani suore conseguano titoli idonei a svolgere con competenza l’attività educativa in mezzo ai fanciulli.
La divina Provvidenza, cui Madre Flora confida con assoluta certezza, veglia sulla giovane Comunità iniziata con la benedizione del Pastore della Diocesi di Pesaro, Mons. Bonaventura Porta, di venerata memoria, e poi incoraggiata e sostenuta dalla protezione attenta e autorevole del suo successore Mons. Luigi Carlo Borromeo che, nel 1962, decreta il Riconoscimento di Diocesano alla Congregazione. In seguito il VescovoMons. Gaetano Michetti continua a seguire l’evolversi dell’Opera con paterna benevolenza. Egli e gli altri Vescovi delle varie Diocesi in cui le suore svolgono il loro apostolato (Marche, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, America Latina), si adoperano perché l’Istituto venga riconosciuto anche dalla Sede Apostolica e il 29 giugno 1984, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Sua Santità Giovanni Paolo II lo dichiara:Istituto di Diritto Pontificio.
Madre Flora sin dall’inizio vuole che nella spiritualità dell’Istituto occupi un posto centrale la devozione alla Vergine Maria, modello sublime di perfetta consacrazione e di assiduo servizio, che la Congregazione venera come sua particolare Patrona, con il titolo “Regina della Pace”. In suo onore la Madre ha voluto che sorgesse una cappella nella sede di via Flaminia (PU) , quasi a riconoscenza della pace da lei invocata in quei tristi anni di guerra. Madre Flora ha sempre avuto chiara coscienza di essere un umile strumento nelle mani di Dio, come spesso ripeteva: “Questo Istituto è di Dio e della Madonna, non di Madre Flora, no, no” Il primo seme da lei gettato si è rivelato, con la grazia di Dio, particolarmente fecondo.
E così l’Opera è potuta crescere ed espandersi fino a raggiungere, nel 1977, la lontana terra dell’Ecuador ove è triste la condizione dell’infanzia a causa della povertà e dell’abbandono. L’Opera accoglie, nei cinque Centri delle città di Quinto e di Esmeraldas, un numero elevato di bambini, ma sempre impari alla situazione di bisogno. L’indimenticato Vescovo Mons. Enrico Bartolucci, allora Vicario Apostolico di Esmeraldas, segue con riconoscenza incoraggiante il servizio svolto, con abnegazione, dalle suore. Oltre alle diverse e molteplici strutture finalizzate alla protezione dei piccoli, la Madre ha voluto erigere, nella cittadina di Esmeraldas, un Santuario dedicato alla Vergine di Loreto. Nel cuore del nuovo Santuario è racchiusa la statua, perfettamente uguale all’originale che si venera nella S.Casa a Loreto; da qui essa viene consegnata nelle mani di Madre Flora da Sua Ecc. Mons. Loris Capovilla.
Il Santuario è stato consacrato il 13 dicembre 1992, da Sua Emin. ilCardinale Eduardo Pironio; si è così ravvivata l’antica devozione di questo popolo alla Vergine Lauretana, tanto viva nel secolo XVII.
27 febbraio 1995 New York. L’Universitas Internationalis Studiorum conferisce a Madre Flora Pallotta la Laurea Honoris Causa educational science.
3 Dicembre 1998 Il Governo dell’ Ecuador conferisce a Madre Flora Pallotta un alto riconoscimento ufficiale per il lavoro svolto dalle Missionarie della Fanciullezza nelle province di Esmeraldas e Quito.
La validità della vita di Madre Flora affonda, quindi, le proprie radici nel fervore dell’apostolato della carità a favore di ogni necessità dell’Istituto, nello spirito di sacrificio di una donna energica e combattiva che, superando tante prove, tante difficoltà, tante contrarietà, salda come una roccia, ha perseguito l’ideale voluto dal Signore. Le parole che possiamo riprendere dal suo testamento spirituale, risuonano chiare ai nostri orecchi:
“I bambini sono la parte eletta del mio cuore; i bambini sono da amare, da proteggere, da aiutare con tutte le forze; i fanciulli devono occupare un posto centrale nel cuore e nei progetti di ogni “missionarie della fanciullezza”.
Tratto da
www.fanciullezza.it