Foto Simone Incicco, articolo della comunità parrocchiale Madonna della Speranza
GROTTAMMARE – Per fissare nero su bianco sedici anni di rapporto Don Anselmo˗Comunità, bisognerebbe metterli in poesia… solo così, forse, trasparirebbero a pieno la tenerezza, la passione, la cura, la tenacia, l’umiltà, la generosità, la “mattezza” di questo Pastore verso la sua Sposa tanto bella e amata, come la descrive meravigliosamente il Cantico dei Cantici.
Altrimenti no, è proprio impossibile esprimere in parole semplici tutto un mondo fatto di volti e storie che si è andato man mano edificando: bisogna “viverci dentro” per intuire lo spessore di certi grandi amori, e allora sì che nello spalancare la porta della stanza dei ricordi, tutto, di getto, riaffiora legato a questo forte sentimento di unione. Da quel primo incontro del 22 agosto 1999, a quel tanto atteso 12 giugno 2005, fino ad oggi, 31 dicembre 2014.
La sequela è sempre una strada in salita (come quell’arrancata a piedi, verso la chiesa di San Martino, che ogni volta spezza un po’ il respiro) come in alta montagna, dove l’essenziale è non perdere mai il sentiero principale, seguendo attentamente la Mappa e il tracciato di Colui˗che˗ti˗precede, gestendo al meglio fiato e fatica: tu che ami particolarmente la montagna, Don, queste cose le sai bene!
Don Ans, certo che da Martinsicuro a Grottammare, hai cominciato sempre più a corteggiare, per poi coronare in Cristo Gesù, una storia d’amore vivace nello Spirito, àncorata al tuo buon cuore, sotto il manto benevolente di Maria ˗ Madre di Speranza ˗ e del suo San Giuseppe, a cui tu sei particolarmente devoto! Quanto lavorìo continuo…quante notti insonni…quanta “tosta”…
«Un ultima cosa e poi termino», come puntualmente dici tu Don nelle omelie (per poi invece continuare la tiritera all’infinito): è giunto nuovamente il tempo di togliere il freno a quell’acceleratore che la vita deve avere e ripartire ˗ soprattutto nella scelta di una vita di Missione ˗ perciò Duc in altum (Lc 5,4), getta ancor di più le reti al largo Don Anselmo e Non temere!
Soltanto così i veri discepoli sono capaci di decidere di seguire davvero Dio fin dove Egli abita, fino in fondo al nostro cuore, fino alle periferie del nostro donarci totalmente in un Eccomi (Eb 10,9)
Scrive san Serafino di Sarov: «conquista la tua pace interiore ed una moltitudine troverà salvezza presso di te»; tutto il resto, Don, è affidato a Dio e alla Sua Speranza, che hai fatto tua sin da subito dedicandole una Chiesa, però fatta più che mai di pietre vive.
Ce lo siamo detti tante volte, tra lo spagnolo e il “giargianese” (la lingua madre nei tuoi continui tentativi di dialogo con i Padri del Collegio messicano che ti affiancavano nel servizio), di non dimenticarci mai che «tutta la storia è di Dio»… e allora, lasciamogli scrivere fino in fondo la Sua Poesia per te.
Buon cammino sulla strada di questa nuova storia Don e, nell’andare, ricorda che non sarai mai solo perchè il nostro cuore in preghiera non ti lascerà un solo istante. Su questo puoi contarci Frà, perché chi si ama non si dimentica.