Montenegro, conosciuto come “vescovo dei migranti”, nonché presidente della Commissione della CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, ha puntato l’attenzione sul fenomeno migratorio che assume toni drammatici in alcune zone d’Italia, in primis nella ‘sua’ Lampedusa.
E’ impossibile pensare di fermare lo sbarco di 200-300 mila migranti, ha sottolineato infatti il futuro cardinale, “bisogna prendere atto che stiamo assistendo ad un cambiamento della storia. La globalizzazione implica lo scambio di merci, di denaro ed anche di persone. Per questo motivo bisogna guardare con attenzione al fenomeno delle migrazioni perché ci obbligherà a guardare il futuro in maniera diversa”.
L’arcivescovo ha messo in guardia poi da coloro che identificano nei migranti delle fonti di paure e minacce. “Noi italiani siamo un popolo di migranti – ha ricordato – che hanno esportato non solo civiltà e cristianesimo ma anche violenza”.“Ci siamo sempre difesi dicendo che non tutti gli italiani sono mafiosi”, ha aggiunto il presule, “ed è vero, ma proprio per questo dovremmo stare attenti a come giudichiamo coloro che provengono da altri paesi. Il vento non lo si può fermare e le popolazioni si stanno spostando anche perché provengono da luoghi dove c’è tanta ingiustizia”.
Secondo Montenegro, bisogna quindi osservare questa realtà “con serenità e saggezza”: “Il mondo non può continuare a dividere in belli e brutti, bianchi o neri, è ora che la comunità si riconosca in una civiltà dove regna la fratellanza e la diversità è il fiore all’occhiello per guardare al futuro”.
Presente alla conferenza anche mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, il quale ha spiegato in dettaglio il fenomeno migratorio degli ultimi anni.
Nel 2014 sulle coste e nei porti del Sud Italia sono arrivate 170.081 persone, tre volte quelle che erano arrivate negli anni 2012 -2013. Di questa la maggior parte arrivano dai porti della Libia (141.484) e dall’Egitto (15.238). La causa prima delle migrazioni dello scorso anno è di carattere economico o forzato, a causa di guerre e conflitti religiosi. Questo spiega l’incidenza dei siriani (42.425) quadruplicati rispetto al 2013. Per due terzi dei migranti che sbarcano l’Italia è luogo di passaggio. Infatti su oltre 170.000 sbarcati solo 66.000 sono rimasti nel nostro Paese.
“Bisogna anche considerare – ha sottolineato Perego – che il numero dei migranti italiani, oltre 4milioni e 500 mila sta raggiungendo il numero di immigrati in Italia, stimati in circa 5 milioni”.
Il direttore della Fondazione Migrantes si è detto preoccupato delle spinte politiche per tornare al concetto di ‘frontiera’ , e ha quindi ammonito dalla crescita di formazioni politiche che fomentano la discriminazione e che vogliono impedire la crescita di lavoratori italiani frontalieri.
A questo proposito, ha elogiato la missione ‘Mare Nostrum’ che ha salvato centinaia di migliaia di profughi e migranti ed ha criticato invece la trasformazione dell’opera di assistenza e accoglienza in operazione di polizia e controllo.
Infine, Perego ha concluso spiegando che la fragilità di decine di paesi, le 27 guerre in atto, i disastri ambientali crescenti, le violenze e persecuzioni politiche e religiose, chiedono all’Europa “uno sforzo maggiore non per presidiare le frontiere, ma per superarle a tutela della dignità della persona umana”.