“Durante questo periodo in cui la Lettonia avrà la presidenza” del Consiglio dei ministri Ue, “i cristiani del nostro Paese potranno riconoscere non solo i legami politici, ma anche quelli spirituali che ci uniscono all’Europa stessa”: monsignorZbigòevs Stankeviès, arcivescovo metropolita di Riga, commenta così l’assunzione di responsabilità della nazione baltica per questo semestre. “800 anni fa, nel 1215, Papa Innocenzo III affidò la nostra terra alla protezione della Vergine Maria e per la prima volta si fece riferimento in fonti scritte al nostro Paese con il nome di Terra Mariana. Perciò ci affidiamo all’aiuto e all’intercessione particolare della Vergine perché dia prosperità spirituale e materiale all’Europa”. La Chiesa, dunque, si schiera con il proprio Paese in una fase delicata e di estrema responsabilità.
Difendere i valori dell’umanesimo. L’esordio del governo della Lettonia alla presidenza di turno Ue non poteva essere più difficile. Oltre a ereditare i problemi dei mesi e degli anni scorsi (dalla crisi economica al nazionalismo antieuropeo), sono arrivati gli attacchi terroristici e i morti in Francia. Così la due-giorni del 7 e 8 gennaio predisposta, a Riga, per verificare assieme alla Commissione Juncker il programma semestrale, è diventato un momento di riflessione sul versante della sicurezza, della pace, dell’integrazione in una società ormai pluriculturale. “È un momento in cui tutti noi nell’Unione europea possiamo mostrare che siamo pronti a difendere i valori dell’umanesimo, i valori compresi nel motto libertà, uguaglianza, fraternità”, ha dichiarato la premier lettone Laimdota Straujuma dinanzi ai giornalisti. Se le priorità che la Repubblica baltica era andata affinando nei mesi passati erano racchiuse nella tripletta “Europa competitiva, digitale e impegnata nel contesto globale”, i drammatici eventi di Parigi hanno fatto entrare prepotentemente nell’agenda del semestre “le questioni legate alla sicurezza interna, il terrorismo e i temi connessi”, ha spiegato Straujuma. Uguali sottolineature sono state preparate dalla premier in vista della presentazione e discussione del programma semestrale all’Europarlamento, a Strasburgo, il 14 gennaio.
“Le religioni non compiono atti criminali”. “Occorre impedire che il terrorismo distrugga la fiducia reciproca tra di noi e la fiducia nei valori che condividiamo”, ha specificato Straujuma. Di lotta al terrorismo si è ampiamente discusso a Riga e la premier ha fatto riferimento a una serie di proposte per rafforzare la lotta al terrorismo e la collaborazione internazionale. Temi che saranno discussi nei prossimi giorni e settimane, compresa la seduta del Consiglio affari esteri del prossimo 19 gennaio, quando “la discussione sarà ripresa”, ha annunciato dalla capitale lettone Federica Mogherini, alto rappresentante Ue per la politica estera, sostenendo la necessità di creare un collegamento con il lavoro che i ministri dell’Interno e della Giustizia porteranno avanti in materia di sicurezza. “Occorre separare il terrorismo dall’islam: non c’è religione che possa essere utilizzata per compiere atti talmente crudeli. Questa sfida culturale sarà anche al cuore della nostra attività in Europa e come Europa”, ha sottolineato l’Alto rappresentante. E le manifestazioni francesi dell’11 gennaio confermano la linea.
Il Paese promosso a pieni voti. “Questa presidenza rappresenta ai miei occhi un simbolo di riconciliazione tra la storia e la geografia europea”, ha dichiarato Jean-Claude Junker, salutando “la prima volta in cui la Lettonia assume la guida dell’Ue” ed evidenziando il fatto che “i piccoli Paesi spesso hanno più successo nella presidenza dell’Unione di quelli grandi, perché si concentrano sull’essenziale”. Promosso a pieni voti “il governo lettone, ben preparato”, così come “le priorità della presidenza di turno, in grado di tradurre concretamente le priorità del programma che la Commissione ha recentemente presentato” in una consonanza “al millimetro”, ha precisato Junker. E infatti il capo del governo lettone lo ha confermato, dichiarando il pieno appoggio della Lettonia al progetto della Commissione di lavorare nei prossimi sei mesi alla definizione legislativa e al varo del piano d’investimenti europei. Sarebbe per la Lettonia “uno dei risultati più significativi”, ha detto Straujuma.
Rilanciare il dialogo con Mosca e Kiev. L’Ucraina è stato un altro tema al centro dei dialoghi di Riga, da dove il presidente Junker ha annunciato l’intento della Commissione di mettere a disposizione dell’Ucraina altri 1,8 miliardi di euro nel corso del 2015 e inizio 2016 attraverso un nuovo “programma di assistenza macro-finanziaria” per aiutare la ripresa dell’economia. “La solidarietà dell’Ue con l’Ucraina non è una parola vuota, ma riflette una realtà concreta, di tutti i giorni” ha sottolineato Junker. Pieno appoggio della Lettonia anche su questo: il ministro degli Esteri Edgars Rinkçviès si è recato a Kiev e a Mosca “alla ricerca di un nuovo dialogo politico con la Russia circa la crisi in Ucraina”.
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