Cinque anni di assedio, circa 9mila morti nel solo 2014. Sono le cifre di Boko Haram, il gruppo terrorista islamico che sta mettendo in ginocchio interi Stati della Nigeria. Mons. Ignatius Ayau Kaigama, presidente della Conferenza episcopale nigeriana e arcivescovo di Jos, parla di questa spietata realtà alla Bbc e invoca una mobilitazione sulla falsariga di quanto avvenuto a seguito della strage di Parigi.
Il presule ha sottolineato che la Nigeria “ha bisogno di quello spirito da diffondere in giro”. Spirito che va promosso “non solo quando (l’attacco) avviene in Europa, ma quando accade in Nigeria, in Niger, in Camerun – ha aggiunto -. Dobbiamo mobilitare le nostre risorse internazionali e guardare e affrontare le persone che portano tanta tristezza in tante famiglie”.
A proposito degli ultimi attentati, quello nella città di Baga – dove all’inizio si era parlato di 2mila morti, poi la cifra è scesa a 150 ma non è ancora ufficiale – e quelli del fine settimana scorso, portati a termine da bambini kamikaze e che in totale hanno ucciso almeno 26 persone. Quello di arruolare bambini è un metodo che il vescovo definisce “aberrante e inimmaginabile”. “È una tragedia monumentale che ha rattristato tutta la Nigeria”, ha proseguito il presidente dei vescovi nigeriani. Tuttavia – ha aggiunto – “ci sembra di essere impotenti, perché se potessimo fermare Boko Haram, lo faremmo subito. Ma continuano ad attaccare e uccidere e occupare territori, con tanta impunità”.
Mons. Kaigama è scettico sugli aiuti americani: “Se gli Stati Uniti ci aiutano perché Boko Haram cresce? Perché la loro strategia migliora? Mi domando quale sia la qualità degli aiuti che ci danno”. Piuttosto, il presidente dei vescovi nigeriani auspica “una grande marcia” contro il terrorismo. Per i terroristi, ha ricordato, “non c’è distinzione tra cristiani e musulmani: sono tutti fuggiti di fronte alle violenze di Boko Haram anche perché in diverse famiglie vi sono cristiani e musulmani che convivono pacificamente. Chi non condivide l’ideologia di Boko Haram, e tra questi molti musulmani, è costretto a fuggire”.
Per questo, ha concluso mons. Kaigama, “penso alla grande manifestazione di Parigi e auspico anche qui una grande marcia di unità nazionale che superi le divisioni politiche, etniche e religiose. Dobbiamo dire no alla violenza e trovare una soluzione ai problemi che affliggono la Nigeria”.
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