Una serie d’immagini satellitari diffuse ieri da Amnesty International forniscono la scioccante e inconfutabile prova della dimensione dell’attacco portato da Boko haram la scorsa settimana sulle città di Baga, a 160 chilometri di distanza da Maiduguri, e Doron Baga (conosciuta anche come Doro Gowon, a due chilometri e mezzo da Baga). Le immagini, riprese il 2 e il 7 gennaio, prima e dopo l’attacco, mostrano i terribili effetti dell’attacco di Boko haram, che ha danneggiato o completamente distrutto oltre 3.700 strutture. Nello stesso periodo il gruppo armato ha attaccato altri centri abitati. “Una devastazione di proporzioni catastrofiche in due città, una delle quali è stata quasi cancellata dalla carta geografica nello spazio di quattro giorni – ha dichiarato Daniel Eyre, ricercatore di Amnesty sulla Nigeria -. Di tutti gli attacchi di Boko haram presi in esame, questo è il più grande e il più distruttivo di sempre, un deliberato attacco contro la popolazione civile le cui case, le cui scuole e i cui ambulatori sanitari sono ormai solo rovine fumanti”. L’analisi delle immagini riguarda solo due dei molti centri abitati attaccati da Boko haram dal 3 gennaio. Migliaia di persone sono scappate verso il confine col Ciad o in altre parti della Nigeria, come a Maiduguri, capitale dello stato di Borno, aggiungendosi alle centinaia di migliaia di sfollati.
Testimoni oculari, rappresentanti del governo e attivisti per i diritti umani parlano di centinaia di civili uccisi da Boko haram. Un uomo di una cinquantina d’anni ha raccontato i particolari dell’attacco a Baga: “Hanno ucciso tanta gente. Ho visto un centinaio di corpi, poi sono fuggito nella boscaglia. Mentre fuggivamo, continuavano a uccidere”. Chi è riuscito a fuggire ha riferito di numerosi cadaveri nella boscaglia. Secondo un’altra testimonianza, Boko haram ha ucciso indiscriminatamente anche bambini in tenera età e una donna che stava partorendo: “La metà del bambino era già uscita. È morta così”. Boko haram ha ripetutamente preso di mira comunità sospettate di collaborare con le forze di sicurezza. La task force civile congiunta, alleata del governo, e un alto ufficiale dell’esercito hanno confermato confidenzialmente che a volte i militari coinvolgevano la milizia civile in operazioni contro le postazioni di Boko haram. Per questo hanno eliminato casa per casa gli uomini in età da combattimento. Amnesty continua a chiedere a Boko haram di porre fine alle uccisioni di civili. “La deliberata uccisione di civili e la distruzione delle loro proprietà sono crimini di guerra e crimini contro l’umanità e devono essere doverosamente indagate – afferma -. Il governo nigeriano deve prendere tutte le misure legittime per riportare sicurezza nel nord-est del Paese e assicurare la protezione dei civili”.