Una folla da record ha accolto il Papa a Manila. I giornali hanno parlato di oltre sei milioni di persone che hanno accolto il papa. Ancora una volta la sua catechesi fatta di “gesti concreti” ha sorpreso il mondo; la sua delicatezza con i bambini di strada, il suo essere ultimo tra gli ultimi. Accanto alla sua gestualità il Papa ha ribadito con forza alcuni concetti fondamentali per noi cattolici; non soltanto per gli uomini e le donne delle Filippine ma per tutti noi, in particolare per noi credenti del mondo occidentale.
“Tutta la società, ad ogni livello, rifiuti ogni forma di corruzione che distoglie risorse dai poveri e compia sforzi concertati per assicurare l’inclusione di ogni uomo, donna e bimbo nella vita della comunità” sono le parole del Papa alle autorità ed al corpo diplomatico delle Filippine.
Ed ancora “la Chiesa nelle Filippine è chiamata a riconoscere e combattere le cause della disuguaglianza e dell’ingiustizia, profondamente radicate, che macchiano il volto della società filippina, in palese contrasto con l’insegnamento di Cristo. Il Vangelo chiama ogni singolo cristiano a vivere una vita onesta, integra ed impegnata per il bene comune. Ma chiama anche le comunità cristiane a creare circoli di onestà, reti di solidarietà che possono estendersi nella società per trasformarla con la loro testimonianza profetica”.
L’altro tema sempre molto caro al Papa è quello della tentazione, per noi cristiani, di farci assimilare da questa società sempre più materialistica. Papa Bergoglio riflettendo sulla povertà di Cristo ha denunciato la “grande minaccia” di “cadere in un certo materialismo che può insinuarsi nella nostra vita e compromettere la testimonianza che offriamo. Solo diventando noi stessi poveri potremo identificarci con gli ultimi tra i nostri fratelli e sorelle. Vedremo le cose sotto una luce nuova e così potremo rispondere con onestà ed integrità alla sfida di annunciare la radicalità del Vangelo in una società abituata all’esclusione, alla polarizzazione ed alla scandalosa disuguaglianza”. Rivolgendosi ai giovani li ha stimolati: “Francesco morì con le tasche vuote, ma con un cuore molto pieno, siete d’accordo?”
Sempre parlando ai giovani dopo la testimonianza di Jun una ex bimba di strada che parlando dei bimbi senza casa, abbandonati, schiavizzati aveva chiesto: “perché Dio permette questo e perché solo poche persone ci aiutano?” papa Francesco ha chiesto a tutti di rifuggire dalla compassione mondana (“quando vediamo un bimbo senza casa, che soffre, abusato usato da una società come schiavo”) che al massimo ci fa mettere le mani in tasca e dare una moneta, per lasciarci coinvolgere da tale sofferenza, per “farci piangere insieme a lui”. Riflettendo sulla profondità della domanda della giovane il Papa ha poi affermato che “le donne hanno molto da dirci nella società di oggi, tante volte noi siamo maschilisti, ma una donna è capace di vedere le cose con occhio distinto, con differente sguardo, le donne sono capaci di porre questioni che noi uomini non siamo capaci di capire”
L’ultima riflessione che mi è sembrata molto significativa nei vari discorsi tenuti dal Papa è quella sull’importanza, sul valore del matrimonio cristiano. Infatti papa Francesco ai sacerdoti, ai vescovi e religiosi delle Filippine ha raccomandato: “proclamate la bellezza e la verità del matrimonio cristiano ad una società che è tentata da modi confusi di vedere la sessualità, il matrimonio e la famiglia. Come sapete queste realtà sono sempre più sotto l’attacco di forze potenti che minacciano di sfigurare il piano creativo di Dio e di tradire i veri valori che hanno ispirato e dato forma a quanto di bello c’è nella vostra cultura”.
0 commenti