SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pubblichiamo il primo discorso di Don Anselmo Fulgenzi pronunciato domenica 19 gennaio presso la parrocchia SS. Annunziata.
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Don Anselmo si è seduto nella sede presidenziale, il nuovo parroco della Ss. Annunziata, è il gesto conclusivo del rito di ingresso di un nuovo parroco. La sede presidenziale da cui presiede e serve la famiglia parrocchiale, annunciando Cristo Signore e indicando il Maestro come colui sa seguire, come Giovanni Battista o Eli ricordati nelle letture della celebrazione. Ciò che ha detto il vescovo Carlo nella sua omelia, la Parola che anche oggi ci indica che il sacerdote indica che è Lui da seguire, anche se cambiano le persone il Signore è lo stesso. Anche la comunità dell’Annunziata accoglie un altro Giovanni Battista che aiuterà a riconoscere il Maestro, a cui voler bene e di cui essere grati.
Don Anselmo è arrivato accolto calorosamente e a conclusione della celebrazione ha ringraziato, strappando risate e applausi, raccontando anche come ha vissuto con sorpresa la richiesta del vescovo a essere parroco dell’Annunziata, immaginava forse di doversi recare in una parrocchia con un parroco anziano in pensione. Ha ripercorso brevemente la sua storia di prete con quattro vescovi: Radicioni che lo ha presentato al seminario, Chiarettti che lo ha ordinato, Gestori che lo ha fatto parroco e Carlo che lo ha mandato all’Annunziata, “il prossimo vescovo mi farà vescovo” ha concluso con una battuta, ricordando con stima e gratitudine i parroci che ha incontrato don Giacomo e don Pietro. Ha salutato i sindaci presenti sottolineando a Gaspari di San Benedetto quanto l’amministrazione di Grottammare, presente con il sindaco Piergallini, sia sempre stata disponibile con la parrocchia della Madonna della Speranza.
E il cammino procede, quel “Cammino”, nome del giornalino parrocchiale le cui copie rilegate di tutti questi anni sono state donate al vescovo e a don Anselmo, che si arricchirà di sempre nuove pagine di storia del cammino della comunità con e verso il Signore, insieme pastore e gregge, per rendere più buona le realtà che viviamo.