Voltare pagina si può. Lo dice, anzi lo grida la storia di Lucia Annibali, l’avvocatessa di Urbino vittima il 16 aprile 2013 di un agguato con l’acido che le ha sfigurato il viso ma non l’anima. A ridurla così è stato il suo ex fidanzato, Luca Varani. Di nuovo un ex che non si rassegna all’idea della separazione e che decide di punire la donna colpendola da vigliacco nella parte più intima: il suo volto, i suoi occhi. Ieri però la giustizia ha fatto il suo dovere: i giudici della corte di Appello hanno confermato la condanna dell’uomo a 20 anni di carcere per le accuse di tentato omicidio, lesioni gravissime e stalking. E la sentenza giusta aiuta, eccome! Ha aiutato lei, deve aiutare tutte le altre donne violate come lei.
Lucia ha vissuto un calvario lungo e doloroso, costellato di 15 interventi chirurgici e non ancora concluso. Ma l’orologio della sua vita non si è fermato a quel tragico 16 aprile. Lucia si è alzata dal letto del suo ospedale, ha strappato le bende che coprivano il suo viso e il suo cuore e ha deciso di non morire di dolore ma di vivere per la libertà. Quante volte l’abbiamo sentita raccontare la sua storia. Brava Lucia. Così si fa! Il suo viso oggi ancora segnato dalla folle pazzia di un uomo non è l’immagine di una disfatta, ma il simbolo del coraggio e un messaggio di speranza per tutte le donne.
Perché voltare pagina si può. Anche quando nessuno sa che tu sei morta dentro. Anche quando pensi di non avere la forza di farcela da sola. Lucia Annibali lo ha dimostrato. La vita è più forte di ogni assurdo dolore.