Santa MartaNon “privatizzare” la fede chiudendosi in “élites” che disprezzano gli altri. È l’insegnamento di ieri di Papa Francesco, secondo quanto ha affermato nella Messa a Casa a Santa Marta. “Gesù – ha detto il Papa – ci ha salvati tutti, ma non genericamente. Tutti, ma ognuno, con nome e cognome. E questa è la salvezza personale”. Però “c’è il pericolo di dimenticare che Lui ci ha salvato singolarmente, ma in un popolo”, ovvero “non c’è una salvezza soltanto per me”. “Se io capisco la salvezza così – ha spiegato Bergoglio – sbaglio; sbaglio strada. La privatizzazione della salvezza è una strada sbagliata”. Tre i criteri per non privatizzare la salvezza: “La fede in Gesù che ci purifica”, la speranza che “ci fa guardare le promesse e andare avanti” e “la carità: cioè prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”. Da Papa Francesco, quindi, un monito alle “élites ecclesiali”, gruppetti che “disprezzano gli altri; disertano dalla comunità totale; disertano dal popolo di Dio”. Costoro “hanno privatizzato la salvezza”, ritenendo che sia “per me e per il mio gruppetto, ma non per tutto il popolo di Dio”. Non è così: “Dio – ha sottolineato il Papa – ci salva in un popolo, non nelle élites, che noi con le nostre filosofie o il nostro modo di capire la fede abbiamo fatto”.

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