di Floriana Palestini
RIPATRANSONE – Questa settimana abbiamo intervistato la madre superiora delle suore Teresiane a Ripatransone, suor Luigia.
La sua è stata una testimonianza ricca personalità, passione e amore nei confronti della comunità che si trova a dover portare avanti.
Suor Luigia come è nata la sua vocazione?
Già dalla prima comunione avevo l’intenzione di farmi religiosa. Quand’ero ragazza scoprimmo che un male tormentava mia madre ed io, la prima di quattro figlie, sentivo su di me grandi responsabilità: non ero tranquilla perché pensavo che a causa della malattia di mia madre non sarei più potuta partire. Andai quindi in ginocchio da mio padre e gli dissi che avevo deciso di farmi suora: lui fu subito un po’ scosso, ma dopo averci pensato su mi disse di fare quel che desideravo e che avremmo provveduto a risolvere la situazione. Così partii, con un po’ di tristezza per via della situazione di mia madre e venni qui a Ripatransone. Avevo 16 anni, era il 1954. I primi mesi furono duri, perché ero abituata alla libertà e nel giro di pochi giorno mi ritrovai chiusa con persone che non erano la mia famiglia. Dopo 4 anni fui vestita da suora, dopo un anno feci i primi voti e poi i voti solenni, ed eccomi qua. Fin da subito mi mandarono in mezzo ai ragazzi: all’inizio ci furono delle difficoltà perché io stessa ero una ragazza e dovevo avere a che fare con persone quasi della mia età. Ho cominciato con la preghiera e con tanto sacrificio perché non ero abituata a questa vita, ma il Signore mi ha aiutato e sono andata avanti.
Da quanto tempo è madre superiora?
Da 16 anni, fra due anni scado.
Quali compiti deve adempiere una madre superiora?
Una superiora deve pensare all’amministrazione e alle suore, è come una mamma di famiglia.
Come è cambiata la sua vita dopo questo incarico?
È stata peggio di prima! Scherzo: ci sono più responsabilità, ma grazie a Dio il Signore mi ha aiutato fino ad oggi. Nel 2000 Egli mi ha ispirato ad andare nelle Filippine: lì abbiamo due aspiranti, una novizia, due ragazze che devono finire la scuola, poi ci sono quattro neo professe e due professe perpetue; c’è un bel gruppetto giù.
Quando vennero fondate le Teresiane a Ripatransone?
Noi siamo sorte il 10 dicembre 1747 e subito andarono sei ragazze a farsi suore. Il locale invece è cambiato diverse volte: prima eravamo vicino a san Nicolò, poi alle domenicane e siamo rimaste qui. Dal 1747 ad oggi siamo state sempre poche, mai più di 30. Il vescovo Radicioni non ci diede mai il permesso di uscire per avere contatti con altre consacrate, diceva che dovevamo rimanere qui, nonostante la nostra voglia di aprirci agli altri. Mons. Gestori invece ci fece pregare a lungo sopra a questa nostra richiesta. C’era la novena dell’Immacolata a San Nicolò in quel periodo e il vescovo ci suggerì di pregare la Madonna affinché ci indicasse lei la strada da percorrere. Dopo la messa in cattedrale incontrai per caso il vescovo e gli dissi cosa mi aveva suggerito la Madonna, ovvero: “Buttatevi”. Egli ha accettato di buon grado la nostra richiesta e nel 2001 siamo partite. Siamo andate io e suor Concetta nelle Filippine, per conoscere l’ambiente. Lì avevamo già dei contatti con la superiora ma dovevamo vedere dove ci potevamo appoggiare: prima siamo state dalle francescane a Cebu, siamo state un po’ lì e poi ci siamo traferite in una casa, nella casa di formazione. A Bohol, grazie alla Caritas diocesana, si è potuta costruire una casa, una casa di ritiro per la popolazione.
Quante vocazioni sono nate da quando avete cominciato il cammino nelle Filippine?
Qui ne sono sette, in tutto siamo quattordici a Ripatransone. Nelle Filippine sono otto sorelle, oltre ad una suora italiana che ora torna e che è partita con me. Ora però è il momento di lanciare le nuove generazioni.
Come è cambiato il rapporto con la città di Ripatransone col tempo?
C’è stato sempre un buon rapporto con i ripani.
Quali servizi offrite alla città?
Noi aiutiamo in parrocchia con il catechismo e distribuiamo la comunione. Svolgiamo anche un servizio caritativo e abbiamo dato sempre un aiuto al comune.
Avete qualche evento in programma?
No, per ora non abbiamo nessun evento. Parteciperemo all’anno della vita consacrata e ci fa piacere perché abbiamo molta stima di suor Alfonsa, la direttrice dell’USMI.
Ci lascia una parola per i giovani o quanti di loro che stanno facendo discernimento sulla propria vita.
Noi li accettiamo, soprattutto i giovani. C’è la possibilità di fare un’esperienza da noi e siamo felici di accoglierli se pensano che la nostra vita possa essere anche la loro.