Circa 45 milioni di euro erogati per progetti a sostegno dei giovani nel periodo 2011-2014. Sono i finanziamenti che 48 Fondazioni d’impresa e di famiglia hanno destinato a 172 progetti a favore di quella che è ormai diventata una delle fasce deboli del mercato del lavoro. Oltre 40mila i beneficiari, mentre gli importi annui sono in costante crescita e per alcune Fondazioni esistono impegni futuri che superano il milione di euro. Questi i principali dati emersi dall’indagine dell’Istituto per la ricerca sociale (Irs) presentata al Senato (Palazzo Giustiniani).
Un segnale di speranza. “In un momento difficile, soprattutto per le nuove generazioni, i numeri che presentiamo possono dare un segnale di speranza”, ha esordito Diana Bracco, presidente dell’omonima Fondazione capofila del progetto, che vede coinvolto un cartello di otto Fondazioni partner con l’obiettivo di offrire la mappatura degli strumenti messi in campo dalle Fondazioni italiane a sostegno dei giovani. Una “lettura” e una messa in rete degli interventi e dei loro esiti in termini di occupazione e competenze acquisite, dei fattori di successo e delle eventuali difficoltà, che può offrire “un significativo contributo di idee, progetti e risorse, oltre a possibili indicazioni in termini di policy making e strategie di integrazione tra formazione e lavoro in azienda”. E di speranza concreta ce n’è proprio bisogno di fronte agli allarmanti livelli di disoccupazione giovanile (42%), alla crescita dei Neet (Not in Employment Education and Training) e al divario tra le competenze acquisite durante il percorso di studio e quelle di cui il sistema produttivo ha bisogno. I dati resi noti, costituiscono un’anticipazione dei risultati dell’indagine che sarà presentata integralmente il prossimo 20 maggio presso il Padiglione Italia all’Expo 2015 di Milano, in occasione dell’assemblea generale dell’European Foundation Centre.
Nuovi modelli d’intervento. Istruzione tecnica, sostegno economico con borse di studio, inclusione scolastica, educazione civica, attività artistico-sportive, formazione professionale, tirocini aziendali, incubazione d’impresa e start-up, concorsi d’idee, scambi internazionali: queste le diverse tipologie dei progetti sostenuti. “Delle 48 Fondazioni coinvolte, 36 sono localizzate al Nord, 11 al Centro e una al Sud”, ha spiegato Manuela Samek (Irs). Il 40% dei giovani beneficiari è costituito da studenti, il 28% da giovani svantaggiati e/o in disagio; il 23% da “eccellenze”, il 14% da disabili. Fondazione Bracco, ad esempio, ha dato vita al progetto “Diventerò – Fondazione Bracco per i giovani”, iniziativa pluriennale che mira a rafforzare il legame tra formazione e mondo del lavoro e accompagnare i ragazzi di talento nel loro percorso professionale aiutandoli a sviluppare anche le cosiddette “soft skills”. Dalla presidente l’auspicio che l’impegno delle Fondazioni d’impresa “serva anche da catalizzatore per le attività del governo” facendo emergere “modelli d’intervento utili come indicazioni per l’attuazione delle politiche giovanili”, rinforzando, ad esempio, il Programma europeo Garanzia Giovani.
Vivaio Italia. Di “stimolo per le istituzioni” ha parlato il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, che ha sottolineato la necessità di creare “percorsi di alternanza scuola-lavoro per aiutare i ragazzi ad occuparsi”, giacché “la scuola non è l’unico luogo di formazione”. Il governo, ha assicurato, “lo farà con molto rigore”. “Defiscalizzazione, sostegno pubblico e semplificazione” le tre strade indicate da Poletti per migliorare l’intervento delle Fondazioni. Francesco Ferrante (Comitato scientifico Alma laurea) ha sottolineato la “sfida impegnativa di individuare nuovi modelli di formazione” in un mercato in “continuo cambiamento”. Su questo orizzonte si dispiega il ruolo sociale delle fondazioni d’impresa, attivatrici di crescita del “Vivaio Italia”.