DIOCESI – Prosegue la rubrica con il GRIS diocesano.
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Lo Yoga si concilia con il cristianesimo?
Da parte di molti lo Yoga è ritenuto una tecnica di rilassamento che dà ottimi risultati, oppure semplicemente una ginnastica; i più intellettuali pensano che si tratti di una filosofia di vita; alcuni insegnanti consigliano ai genitori di far praticare lo “Yoga” agli adolescenti che manifestano la tipica insofferenza ed il disagio di questa età di transizione; nei programmi televisivi si vedono eminenti medici consigliare lo Yoga come cura per diverse malattie, in particolare quelle cardiovascolari.
La pratica di questa disciplina viene incoraggiata per aiutare un armonioso sviluppo dell’uomo, grazie a delle forze interne che dovrebbero produrre benessere. Questa forma di meditazione si prefigge lo scopo di rendere l’individuo capace di interagire con delle forze esterne “cosmiche”.
Per questo non si tratta solo di una ginnastica dell’anima, ma ha delle implicazioni e dei fondamenti religiosi molto evidenti.
La parola “Yoga” letteralmente significa “giogo, attacco per gli animali da tiro”.
Questo giogo dovrebbe permettere l’unione con il divino, e la liberazione dalla sofferenza. Gli esercizi psichici e corporali dovrebbero permettere all’individuo di uscire dal mondo fenomenale, per raggiungere l’Unità essenziale e fondersi con lei.
Lo scopo dello Yoga è di sopprimere la coscienza normale per raggiungere un altro stato di coscienza. Ma tutto questo non ha nulla di scientifico, ed è in realtà una pratica spirituale vera e propria.
Apparentemente lo Yoga sembra inoffensivo nei suoi diversi esercizi; ma esso trasporta gradualmente i suoi adepti in un mondo spirituale e religioso. Offre all’uomo, momentaneamente, la liberazione dall’ambiente che lo circonda e che lo stressa, raggiungendo una sorta di pace interiore.
Lo Yoga è una religione (le cui radici affondano nell’induismo) e si va sostituendo sempre di più, per molte persone, alla fede cristiana. Che si creda o no all’induismo, la pratica dello Yoga avrà un’influenza nella vita del partecipante.
Lo Yoga, nelle sue diverse forme, è presente spesso anche nei circoli cristiani. È significativo però che nell’India odierna esso abbia un ruolo di poca importanza. Proprio in India gli uomini hanno riconosciuto spesso che lo Yoga non dà loro quello che desiderano nel momento della disperazione. I cristiani indiani rifiutano fermamente una combinazione di Yoga e cristianesimo. Il fatto che questa dottrina in occidente metta radici, ci dice che proprio l’occidente si trova nell’allontanamento della fede e nella ribellione contro Cristo, quindi questa è una manifestazione del suo carattere anticristiano.
Nello Yoga indiano c’è la concezione che ogni anima, nella sua natura e sostanza, è unita nel suo profondo alla divinità. Qui sta la tentazione segreta dello Yoga: esso insegna che l’uomo è Dio. Nello Yoga l’uomo non è l’immagine di Dio danneggiata dal peccato originale, ma è Dio stesso.
Spesso si introducono i bambini ai corsi di Yoga. Nelle scuole occidentali di Yoga raramente si parla della liberazione dell’anima dal ciclo delle reincarnazioni, ma piuttosto del successo nel mondo. Questa trasformazione del significato di Yoga nell’occidente porta con sé un giudizio errato, sembra che si tratti soltanto di un esercizio fisico. Il principiante sente a volte alcuni effetti positivi di leggerezza, perciò è in grado di sopportare meglio certe situazioni di stress.
Queste esperienze iniziali, spesso soltanto apparentemente positive, inducono molti uomini ad occuparsi più da vicino dello Yoga, a penetrarne più profondamente la sua dottrina. Ecco perché molti ne sono sedotti e cadono nell’inganno. Gli esercizi fisici però sono difficilmente separabili dagli aspetti spirituali.
Nella sua essenza lo Yoga è dunque una forma di auto redenzione. Ma se in realtà l’anima individuale tende a liberarsi dalla sua prigione corporale, in verità promuove l’io peccaminoso e di conseguenza l’egoismo.
Infatti l’allievo Yoga si occupa costantemente di se stesso, i suoi pensieri girano sempre attorno alla sua persona e diventa ogni volta più incapace di vivere in comunità.
Così alla fine questa sedicente auto redenzione porta ad una conclusione ingannatrice. Anche se questo fine si realizzasse mediante le forze dell’universo che pervadono l’uomo, non si deve dimenticare il fatto che non esistono forze neutre, come alcuni pensano, nemmeno nello Yoga.
Dietro a ogni forza invadente c’è piuttosto un essere o una personalità spirituale.
Gesù afferma di essere il Figlio di Dio che viene dall’alto. Ma esiste anche Satana, un anti-Dio che viene dal basso (cfr. Gv 8,23), anche questo può entrare nell’uomo e conferirgli determinate capacità.
Perciò sotto una veste religiosa, lo Yoga è in realtà una forma di contatto con le potenze occulte. Alcune posizioni prosternate con le mani piegate sul petto, il tronco eretto con lo sguardo estasiato verso l’alto, esprimono una ricerca di contatto occulto. Senza parlare poi delle “preghiere” dei manuali Yoga: l’emissione di suoni apparentemente insignificanti, in realtà nascondono vere e proprie invocazioni demoniache.
Risulta manifesto e chiaro che non può esistere una forma di Yoga o un suo surrogato che sia compatibile con il cristianesimo. È sconcertante che nei paesi occidentali molti usano lo Yoga sotto vesti cristiane, per esempio, mettono parole cristiane e orazioni come il Padre Nostro al posto dei mantra. Ci sono perfino teologi che favoriscono questi esercizi e invitano gruppi cristiani a simili pratiche. Lo Yoga viene presentato come una via che si potrebbe usare per la meta cristiana. Una cosa è chiara: lo Yoga e la fede cristiana si escludono a vicenda non soltanto per il fondamento, il cammino e la meta, ma anche perché il Cristo vivente con la sua chiamata a seguirlo fino alla meta, e tutta la Parola di Dio, sono contrari alla dottrina, al cammino e alla finalità dello Yoga.
A parte il pericolo principale che deriva da questa origine demoniaca, la dottrina dell’auto redenzione è già completamente contraria alla fede cristiana. L’uomo è peccatore e non ha assolutamente alcun potere per redimersi attraverso esercizi fisici e spirituali con i quali pensa di elevarsi sempre più in alto fino a diventare un uomo-dio. Chi appartiene alla verità si rende intimamente conto di non essere imprigionato nel proprio io originariamente buono, ma di vivere nella prigione del proprio peccato, e quindi di Satana, a causa della sua natura imperfetta. E proprio da questa prigione deve essere liberato. Il cristiano non cercherà mai di scoprire il suo “io divino” per raggiungere la redenzione, perché conosce già il suo proprio essere incline al male (cfr. Gn 8,21). Egli conosce la realtà del peccato e della colpa e ha bisogno di un Redentore. L’unico Redentore è Gesù Cristo. Gesù si è fatto uomo ed è morto per noi sulla croce per redimerci dal nostro io decaduto e sede di ogni male, dell’egoismo, della superbia e di ogni brama illecita. Per il suo Sangue versato e il suo atto redentore, secondo la parola “Tutto è compiuto!”, Satana e il peccato sono stati vinti. In questa fede, quando il nostro uomo vecchio, quello naturale, è dato alla morte in Cristo, risorge l’uomo nuovo, l’io redento.
Soltanto Gesù, il Figlio di Dio, ha il potere di creare questo in noi. Per un vero cristiano Gesù è il grande protagonista della sua vita. Vive con Lui e segue Lui, fino alla meta per essere per sempre con Lui nel suo Regno.
Per coloro seriamente decisi ad abbandonare ogni pratica ascetica estranea alla dottrina cristiana, è bene ricordare che è necessario intraprendere una salda battaglia della fede perché si presenteranno senz’altro delle forti tentazioni affinché la conversione non avvenga. La miglior cosa è di fare questo passo con l’aiuto di altri: un sacerdote esorcista e un gruppo di preghiera saranno di molto aiuto nel cammino di liberazione.