DIOCESI – Diverse voci per esprimere e raccontare il lavoro libero e creativo si sono alternate in un dialogo ricchissimo di sollecitazioni e prospettive, sabato 28 febbraio nell’iniziativa promossa dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica “Lavoro libero e creativo”.
Nell’ampia sala, luogo di lavoro reinterpretato dall’azienda Roland DG che si occupa di sistemi di stampa, una platea intergenerazionale, composta di giovani e adulti, ha ascoltato con interesse gli ospiti che partendo dalle loro esperienze, in contesti e realtà diverse, hanno a cuore il lavoro che mette al centro la dignità della persona. Il gruppo diocesano che ha intrapreso questa sensibilità al mondo del lavoro attraverso il Mlac, sempre con l’attenzione alla persona, ha voluto provare a fare rete e instaurare circoli di reciprocità, per uscire fuori da individualismi e autoreferenzialità.
Ecco quindi un’occasione di incontro per conoscere la realtà nella quale viviamo e leggerla con la competenza di chi la vive nei diversi ambiti formativi e lavorativi, perché insieme si possono iniziare processi tali da ricostruire il tessuto di una comunità, cambiare il mondo del lavoro vivendolo da cristiani.
Un’iniziativa promossa nello spirito suggerito da Papa Francesco di essere audaci e creativi anche come Azione Cattolica, missionari negli ambienti di vita quotidiani come il lavoro.
Il talk guidato dal giornalista Andrea Barchiesi, ha fatto emergere esperienze e percorsi di speranza.
Il vescovo Carlo Bresciani ha tracciato le linee del lavoro libero e creativo, ricordando che il lavoro è anche fatica e rischio, perché la libertà è un rischio. Il rischio dell’imprenditore come Gianluca Straccia della Santa Barbara Meccanica che ha tracciato la sua storia di impresa, che tra le difficoltà oggettive di una regolamentazione che non facilita lo sviluppo, ha intrapreso un’attività, oggi produttiva, partendo dalla possibilità, oggi meno presente, di imparare il lavoro facendolo. Straccia ha detto ai giovani che il proprio sogno si può raggiungere non con facilità, ma è possibile. Un’azienda nella quale presta attenzione alle persone con cui lavora, non dipendenti ma collaboratori. La formazione al lavoro per comprendere la dignità del lavoro in quanto tale, una delle attenzioni presentate da Giorgio Tintino della Fondazione Lavoro per la persona di Offida. Realtà che è impegnata nella formazione, a partire dai ragazzi, sui temi legati al lavoro, anche con attività come il prossimo Film Festival sui temi del trovarsi altrove, esperienza oggi anche del lavoro che rappresenta un qualcosa di separato che non ci appartiene.
La sollecitazione dei dati preoccupanti riguardo ai neet anche nel nostro territorio, interroga tutti. Emanuela di Cinto ha illustrato l’impegno del Consorzio Universitario Piceno ha accompagnare i giovani nel loro percorso di studi ma anche nel trovare lavoro, raccontando di giovani che stanno crescendo con l’idea di adattarsi anche a lavori diversi da quelli immaginati, e quindi la necessità di dare prospettive stimolare i giovani anche ascoltando il territorio e l’offerta universitaria. Il professor Alberto Felici dell’università di Camerino, ha sottolineato che insegnare è condividere il sapere cosi si possono avere moltiplicazioni. E guardando al nostro territorio ha osservato come sia mancato un tessuto trasversale alternativo al sistema industriale, gli studenti devono confrontarsi con i lavoratori e chi fatica per capire che si deve fare comunità, si deve fare territorio. Il benessere nel lavoro, nell’azienda è rimettere al centro la famiglia e affrontare anche il lavoro delle donne.
L’attenzione alla tradizione è anche nell’attività della Roland DG che accompagna gli artigiani a dare valore al tradizionale per unirlo al tecnologico delle nuove generazioni, nell’ottica che si può fare, si può realizzare una nuova forma di lavoro partendo dai propri talenti, attraverso le possibilità della community, della tecnologia per generare profitto. Giovanni Re ha così presentato la sua attività e i nuovi artigiani tecnologici.
Le innumerevoli possibilità di creare, immaginare, ridando anche vita a manufatti, opere è stato mostrato attraverso gli strumenti di stampa.
Così il gruppo giovani di Acquaviva ha realizzato un pannello, che hanno progettato insieme, da inserire nella chiesa parrocchiale e che è stato stampato nel momento del laboratorio in cui le macchine erano in funzione.