“Divinità” e “carne”: sono i “due volti” di Cristo che la Chiesa deve “conservare ininterrottamente” per una testimonianza “autentica” nell’orizzonte complesso della secolarizzazione. Ne è convinto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, intervenuto questa mattina alla presentazione del convegno internazionale “Renewing the Church in a Secular Age”, organizzato dal Council for Research in Values and Philosophy e dalla Pontificia Università Gregoriana, sotto l‘alto patronato del Pontificio Consiglio (Università Gregoriana, 4 – 5 marzo), e dell’evento del “Cortile dei gentili” “La piazza e il tempio”, in programma il 6 marzo (Centro studi americani). La Chiesa, ha spiegato Ravasi, deve “conservare ininterrottamente” la “sua struttura di fondo che è quella del suo fondatore. Da una parte la teofania, la gloria, la divinità, i temi ultimi, il verbo”, ma la Chiesa, “come il suo fondatore, è anche carne e dunque attenzione al male e alla miseria del mondo, alla povertà e al servizio della comunità umana”. Questo, ha spiegato Ravasi facendo gli onori di casa – la conferenza stampa è stata ospitata dal dicastero vaticano – l’obiettivo del duplice incontro che vedrà come ospite d’eccezione il filosofo di fama internazionale Charles Taylor (McGill University), autore del celebre “A Secular Age”.
Al convegno il cardinale Ravasi tratterà il tema “Il Verbo si fece carne”, che ispira anche il padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia 2015. Un incontro non solo accademico quello alla Gregoriana, ha precisato, ma che coinvolgerà a anche gli studenti. Uno degli impegni del Pontificio Consiglio della cultura sarà infatti il coinvolgimento sempre maggiore “delle giovani generazioni in questi temi che toccano anche loro”. Ravasi ha quindi ripercorso lo sviluppo del “Cortile dei gentili”, esperienza “ormai diffusa in tutto il mondo, tenutasi anche in tutte le metropoli dell’est europeo, entrata anche in luoghi simbolici del mondo secolarizzato come Stoccolma e Washington”. Ora, ha annunciato, “ci stiamo orientando verso i piccoli che si trovano in carcere con le loro madri e frequentano la scuola materna all’interno di Rebibbia”. Perché, dopo il cosmologo John Barrow e dopo lord Chomsky, esperto di questioni del linguaggio, quest’anno l’incontro con Taylor? “Per testimoniare che il dialogo della Chiesa cattolica con il mondo è possibile ed è diventato più facile anche attraverso la capacità di comunicazione di Papa Francesco”, a condizione di “ascoltare, discernere, accogliere e servire”, le quattro “coordinate ecclesiali” indicate dai promotori del convegno.