Di Floriana Palestini
DIOCESI – È bello conoscere quante realtà sono presenti nella nostra diocesi: ogni comunità religiosa ha un carisma unico e prezioso.
Ci sono consacrate che vanno a cercare il cuore di una donna in mezzo alla strada, che lo portano con sé e lo aggiustano.
Altre cercano il cuore puro di un bambino, per farlo crescere grande e pieno di amore, rispetto e tenerezza. Altre ancora cercano per prime il loro cuore, perché attraverso il silenzio e l’ascolto di Dio possono arrivare alla comunione con Lui, possono arrivare ad accogliere le preghiere della gente e trovare risposta ai loro “perché”. Il comun denominatore, la mano che muove la grande macchina che è ogni istituto, è sempre l’amore: è mettendo in secondo piano la propria personalità, portando avanti i bisogni di un altro, che si compie quello che Gesù ci insegna nei Dieci Comandamenti: ”Ama il prossimo tuo come te stesso”. Un esempio di rispetto del prossimo arriva dall’istituto Suore di Carità di Santa Maria, tramite la voce, gli occhi e l’anima di suor Cecilia Perrone, eletta madre superiora nel settembre del 2009.
Suor Cecilia, quando è stato fondato il vostro ordine?
Le suore di Carità di Santa Maria sono un’istituzione nata a Torino nel 1871 grazie all’impegno di Madre Maria Luigia Angela Clarac, una donna coraggiosa che ha vissuto durante tutta la sua vita la radicalità del messaggio evangelico, con una spiccata preferenza per i poveri, gli indifesi e gli abbandonati, per i giovani e gli anziani, tra credenti e non. Madre Clarac si prodigava per costoro senza riserve, divenendo per tutte un esempio di carità e di totale dedizione alla causa del povero. Ella aveva preso alla lettera l’esortazione di Gesù, “quello che fate all’ultimo dei miei fratelli, lo riterrò fatto a me”, e noi sue figlie ci impegniamo nel vivere il carisma lasciatoci in eredità, in ogni luogo in cui il Signore ci invia. Siamo infatti chiamate a proclamare e testimoniare l’amore incondizionato e compassionevole del Padre rivelato nella croce di Cristo e imparato alla scuola della Vergine Maria. Oggi la congregazione ha raggiunto innumerevoli paesi, viaggiando per tutto il mondo.
Quando venne fondato l’istituto Santa Maria a Grottammare?
Grottammare è stata la prima terra fuori dall’arcidiocesi di Torino dove Madre Clarac ha piantato le sue “tende” su invito del vescovo di Ripatransone mons. Francesco Alessandrini, nell’anno 1878. La prima madre superiora fu suor Giustina Valperga, una delle collaboratrici che la stessa Madre Clarac portò con sé.
E lei, suor Cecilia, quali compiti deve adempiere come responsabile?
In primo luogo, provvedo a coordinare l’animazione spirituale e tutto ciò che riguarda l’organizzazione della scuola dell’infanzia e della casa di riposo: si tratta di provvedere alla vita ordinaria, mantenere i contatti con le autorità, dare il buon esempio e mantenere l’unione tra le consorelle.
Come è cambiata la sua vita dopo questo incarico?
Come consacrata continuo a vivere il mio dono a Dio e ai fratelli, seppur con maggiore consapevolezza. Prima ero impegnata nel campo educativo-scolastico in una scuola primaria in Calabria e oggi, a contatto con le mie consorelle e le ospiti presenti nella casa di riposo, esterno la mia maternità e paternità spirituale con più entusiasmo, sapendo che attraverso queste persone bisognose di affetto e di comprensione, contribuisco a rendere visibile quell’amore che Dio ha per ciascuna di noi.
Quali principali servizi offrite alla comunità di Grottammare?
Al momento della fondazione di questo istituto erano presenti la scuola materna, il laboratorio, l’orfanotrofio; offrivamo visite a domicilio ai non vedenti, alle famiglie bisognose, ai preti poveri, ai nobili decaduti. Nel 1880 aprì una seconda casa al Castello di Grottammare, l’Opera Pia Costante Maria: questa struttura garantiva educazione primaria gratuita alle fanciulle povere. Attualmente a Grottammare (in via Cairoli, 48) svogliamo la nostra attività nella casa di riposo e residenza protetta. Nella comunità parrocchiale siamo presenti per l’animazione liturgica domenicale, come ministri straordinari dell’Eucarestia, nella catechesi in preparazione ai sacramenti.
In cosa consiste il servizio alla scuola d’infanzia?
Dunque, la scuola ha come missione la formazione completa degli alunni, già in tenera età. Come consacrate svogliamo la nostra azione apostolica con spirito di umiltà e amorevolezza, come docenti insegniamo bambini e alle loro famiglie la tenerezza e la bontà di Maria con attenzione particolare verso i più deboli, gli emarginati, i diversi. Non manca l’invito alla preghiera quotidiana e alla collaborazione reciproca, tramite la partecipazione ad incontri con degli esperti per una formazione completa delle famiglie. Le festività religiose inoltre vengono solennizzate e curate, affinché bambini e adulti possano tornare a casa spiritualmente più ricchi. La scuola mira allo sviluppo della socialità, dell’autonomia, della sicurezza, della creatività del bambino e della sua crescita, improntata allo spirito di famiglia. Il nostro lavoro avviene in sinergia con i genitori e i dirigenti scolastici, affinché ogni bambino si sente integrato nel contesto socio-culturale quando va a inserirsi nella scuola primaria.
Come vivete il servizio alla casa di riposo?
In questo luogo esplichiamo il carisma del dono e della croce, amando, curando, servendo Gesù nelle persone che chiedono ospitalità, ovvero anziani autosufficienti e non. Nella nostra missione facciamo tesoro dei richiami che il Santo Padre fa ai cristiani nei riguardi delle persone anziane e malate. Aiutiamo le anziane presenti nella nostra struttura in tutto ciò che concerne la loro esistenza. Vivendo con loro ci rendiamo conto che ogni persona ha bisogno non solo di cure fisiche, bensì di un sorriso, dell’ascolto, di una carezza, affinché si sentano accolte e valorizzate come persone, degne di quel calore umano che le famiglie spesso non possono dare. Come figlie di Madre Clarac siamo felici e gioiose di comunicare la tenerezza che lei stessa a suo tempo esprimeva con tana gratuità.
Come si svolge il lavoro alla casa di riposo? Quali figure ruotano attorno a questa struttura?
Le mie consorelle collaborano a rendere operante la sollecitudine della Chiesa verso i suoi figli con l’apostolato della sofferenza mediante l’offerta a Dio della propria inattività fisica. Siamo contente di dare assistenza anche ad alcune nostre sorelle anziane, che a loro volta ci danno una forte carica spirituale e apostolica, grazie alla loro esperienza di vita e a piccoli gesti e mansioni inerenti le loro possibilità. Alle ospiti garantiamo attenzioni e cure infermieristiche con personale qualificato: il rapporto con quest’ultimo ci dà l’opportunità di offrire loro non solo il lavoro, ma anche occasione di dialogo e di amicizia vera, un rapporto in cui soprattutto l’anziano ne tragga il maggior vantaggio. Accompagniamo spiritualmente le nostre anziane ad offrire la sofferenza e la solitudine come partecipazione al Mistero Salvifico di Cristo, con l’Eucarestia settimanale, il Rosario giornaliero e l’opportunità di avvicinarsi ai sacramenti.
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