Murales carcere

DIOCESI – Prosegue la nostra “rubrica dal carcere” leggi i precedenti articoli curata dai volontari della nostra diocesi.

Oggi, ci troviamo qui dentro, dietro le sbarre, invece di essere al mare a fare una passeggiata con un’amica o con degli amici.
Direi che sono passati i giorni più brutti della mia vita dietro queste sbarre.
Da due anni mi trovo qui, chiuso per un errore che ho fatto e finalmente ho quasi pagato. È  stata un’esperienza unica, con tanti giorni difficili; pochi sono stati quelli belli. Belli perché ho conosciuto tanta gente brava; brutti perché ho perso due anni della mia vita rinchiuso qui invece di star fuori a godermi la mia vita, o stare vicino alla mia famiglia. Negli ultimi 4 anni in Italia ho vissuto sempre vicino al mare e posso dire che sono proprio innamorato del mare italiano; anche da noi, in Albania, c’è il mare ed è bello, ma io sono cresciuto al nord e ho sempre desiderato avere una casa al mare; così, quando sono venuto in Italia, ho subito preso una casa al mare. Mi piaceva nuotare, mi piaceva vedere sempre la gente che si divertiva a giocare in acqua col pallone, i bambini che giocavano con la sabbia, la musica che sembrava facesse ballare anche le onde. Io aspettavo sempre per vedere il tramonto con una birra in mano e speravo che andasse sempre così: mare, sole, feste, musica, belle donne, tramonto con la birra in mano; invece non è stato proprio così. Adesso mi trovo qui e spero che quando uscirò non tornerò mai più qui dentro. Avrò sempre una vita felice con la famiglia e la casa al mare. Ma da oggi in poi non vorrò più vedere il tramonto con una birra in mano, magari con un libro!!
Ardit P.

Siamo quattro detenuti provenienti da diversi Paesi: Sudan, Albania e Nigeria. Qui in carcere non viviamo nella stessa cella e condividiamo poche cose ma oggi, parlando di musica, possiamo dire che una cosa che ci accomuna, anche dietro alle sbarre, è l’amore per questa.
A due di noi, S. e C., piace ascoltare quella elettronica, che col suo buon ritmo ci fa ricordare la discoteca e il divertimento che non proviamo qui; a noi altri, I. e D., oltre alla musica elettronica piacciono molto l’hip- hop e l’R&B, che ci riportano nel passato, quando eravamo DJ.
Tutti, comunque, alla radio o nei lettori cd che abbiamo in cella, ascoltiamo musica anche di altro genere, a volte proveniente dai nostri luoghi d’origine.

Aldilà del genere musicale, comunque, la cosa più importante della musica è che ci fa rilassare, pensare a bei ricordi, allontanandoci per un attimo dalla realtà del carcere.
Sandel, Costel, Idrius, Damisaha

Secondo me se non stiamo attenti a tenere pulite le strade, la natura ci si rivolterà contro, perciò dobbiamo iniziare tutti insieme a rispettarla.
Voglio raccontarvi la storia di un signore che abita in Inghilterra e che ha cominciato una battaglia contro il petrolio. Questo signore ha deciso di non utilizzare l’automobile e di andare in bicicletta, di non mangiare il cibo confezionato con la plastica ( dall’insalata imbustata ai gelati industriali) e di comprare cibo fresco; si è costruito perfino una bici con una dinamo che, durante la pedalata, fornisce energia per ricaricare il computer portatile e altro…
Questo signore da anni combatte questa battaglia e se ognuno di noi volesse, potrebbe cambiare vita e aiutare la natura partendo da piccoli passi, perché è proprio con i piccoli passi che possiamo fare grandi cose tutti insieme.
Rispettiamo la natura, altrimenti un giorno si ribellerà e sarà troppo tardi!
Junes

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