Un “fenomeno devastante” in crescita, l’usura, e la lungimirante preoccupazione di un arcivescovo, monsignor Mariano Magrassi, per le conseguenze del fenomeno stesso. Nasce, così, nel 1994, la Fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari. A raccontare la storia, gli sviluppi, i risultati è la pubblicazione “Vent’anni di solidarietà”, curata da Giuseppe Sferra e presentata lunedì 2 marzo a Bari, in occasione del convegno organizzato per il ventennale della Fondazione. Il libro, infatti, dà conto dell’attività di sostegno e prevenzione svolta dalla Fondazione e delle sue iniziative soprattutto attraverso “documenti della carta stampata”: i media hanno contribuito non poco alla diffusione della cultura della legalità, una delle finalità primarie del servizio della Fondazione.
Organizzare la solidarietà. Nella Pasqua del 1994 l’arcivescovo di Bari-Bitonto Mariano Magrassi pubblicava il messaggio “Strangolati dall’usura”. Era dettato, come egli stesso affermò, dalla constatazione che l’usura era diventata “un fenomeno devastante”, al quale, pertanto, si doveva – e si poteva – porre rimedio: “Se l’usura si organizza, si può organizzare anche la solidarietà, che è il nome nuovo della carità evangelica”. Sollecitava alla mobilitazione “tutte le persone sensibili” e indicava come riferimento la Fondazione San Giuseppe Moscati, creata “con intelletto d’amore” da padre Massimiliano Rastrelli a Napoli. Il fenomeno dell’usura, infatti, si era diffuso a macchia d’olio anche a Bari coinvolgendo sia i titolari di imprese e di attività commerciali sia famiglie e soggetti in difficoltà economiche. Le sollecitazioni del presule non restarono inascoltate perché sorse a Bari, ad opera di monsignor Alberto D’Urso, la Fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici, che ha compiuto nel 2014 venti anni di attività, spesa nella solidarietà agli usurati e ai bisognosi a rischio d’usura.
Carità vissuta e testimoniata. Venti anni sono tanti nella società attuale abituata a bruciare ogni esperienza nel volgere di una stagione. E se ciò è potuto accadere è stato anche grazie alla generosità di numerosi volontari che si sono uniti ai fondatori e al sostegno della Chiesa, che non è mai venuto meno. Monsignor Francesco Cacucci, attuale arcivescovo di Bari-Bitonto, si è così espresso, nel libro, in merito alla Fondazione: “L’impegno di monsignor Alberto D’Urso e dei volontari della Fondazione sono un’espressione privilegiata della carità vissuta e testimoniata nella Chiesa e nel mondo. È un impegno che ha superato i confini della diocesi, della Puglia, esemplarmente considerato e apprezzato in tante diocesi d’Italia”. Allora, le pagine di “Vent’anni di Solidarietà”, secondo monsignor D’Urso, “sono senz’altro significative per chi vorrà scorrerle per comprendere che si è dato vita ad un servizio che vuole aiutare le persone ‘strangolate dall’usura’, per combattere un fenomeno ancora oggi molto sommerso, legato anche alla malavita organizzata, con un fatturato incredibile che può ‘mettere in ginocchio’ lo Stato”. Ma, avverte, “solo una diversa cultura e una diversa formazione possono offrire ‘i semi’ di speranza per poter guardare al domani con più ottimismo. La legge da sola non basta”.
Un fratello da aiutare. La pubblicazione si arricchisce di interventi di esperti, come Isabella Martucci, Maurizio Fiasco, Attilio Simeone, e di testimonianze. Ripercorrendo, poi, anno per anno l’attività della Fondazione, ricca è la parte della pubblicazione dedicata alla rassegna stampa con articoli scannerizzati sulle iniziative portate avanti dalla Fondazione – da convegni e incontri nelle scuole a partite di calcio e a concerti contro l’usura -, foto significative – del passato, con Giovanni Paolo II, e più recenti, con Papa Francesco -, dati sulla diffusione del fenomeno dell’usura. Si ricorda anche che la Fondazione, allo scopo di educare all’uso responsabile del danaro e del consumo, per evitare il ricorso all’usura, e sensibilizzare l’opinione pubblica in favore degli usurati e dei bisognosi di credito, ha promosso, oltre che eventi – manifestazioni e convegni – anche la pubblicazione di libri e cd musicali, accompagnati da testi illustrativi della propria attività di prevenzione e solidarietà. Infatti, l’ottica con cui la Fondazione guarda al bisognoso è quella della fede, che fa vedere nell’altro un fratello da amare e, quindi, da aiutare e educare, nella fattispecie all’uso responsabile del danaro.