Ancora una volta si conferma la volontà del Vaticano, su spinta di Papa Francesco, di muoversi nella direzione della trasparenza finanziaria. E’ notizia di queste ore, infatti, che la Santa Sede stia per firmare un accordo con l’Italia per rinunciare al segreto bancario.
Ne aveva già dato annuncio il premier Matteo Renzi in un’intervista a L’Espresso, parlando di trattative in corso con la Santa Sede per la firma di un protocollo d’intesa: “Io spero – aveva detto – di recuperare un po’ di denari dal Vaticano. Stiamo discutendo […] Ci sono molti italiani coinvolti e credo che la Santa Sede sia interessata a fare un repulisti”.
Ieri è giunta, quindi, la conferma da parte del direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha dichiarato che “sono effettivamente in corso interlocuzioni per collaborare con l’Italia ad andare verso il traguardo di una più ampia e completa trasparenza e dello scambio di informazioni ai fini fiscali”.
Già nel luglio 2014 il presidente IOR, Ernst von Freyberg, aveva annunciato che i clienti della ‘banca vaticana’, nel prossimo futuro, avrebbero dovuto dimostrare di pagare le tasse nei Paesi d’origine, a cominciare dall’Italia.
Secondo fonti del governo, l’intesa è ad un buon stato di definizione e potrebbe essere firmata entro il mese di marzo. Essa sarebbe una tappa fondamentale non solo per il lavoro di ordine e pulizia voluto da Papa Francesco nell’assetto economico e finanziario della Santa Sede, ma anche per il processo di riforma già iniziato da Papa Ratzinger, che per sorvegliare lo IOR creò l’Aif, l’Autorità di vigilanza finanziaria, in modo che l’Istituto non fungesse più da paradiso fiscale.