MONTALTO DELLE MARCHE – La Comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta, nel capoluogo montaltese, ha vissuto negli ultimi giorni due momenti di lutto molto sentiti, che hanno richiamato l’attenzione e l’approccio di Fede di moltissime persone, dai più giovani ai più anziani, sul Mistero della vita e della morte, Mistero che ci coinvolge più da vicino quando a dipartire da questa vita sono persone estremamente conosciute, non tanto per la loro popolarità a livello di fama, quanto piuttosto per il bene che, spesso silenziosamente, si sono sforzati di seminare in mezzo a noi. Sono passati ormai otto giorni dalla morte di Antonio (Tonino) Subrini, volato prematuramente alla Casa del Padre Celeste nel primo pomeriggio di Venerdì scorso, 27 febbraio.
Tonino è sempre stato un gran lavoratore; la sua Famiglia, come la gran parte delle Famiglie della Contrada San Lorenzo (zona che si distanzia dall’abitato sistino, degradando verso il fiume Aso), è una Famiglia dai forti legami alle tradizioni della terra e della Fede cristiana, che nella fatica quotidiana e nella più assoluta discrezione vive l’esistenza di ogni giorno nella continua ricerca del bene, raggiungibile si a livello personale che comunitario. In effetti egli è stato per lunghi anni dipendente apprezzato e stimato del Comune di Montalto delle Marche, dove ha profuso la sua capacità lavorativa davvero poliedrica a servizio della Cittadinanza tutta.
E sono ormai passati quasi otto giorni anche dall’essersi addormentato in Cristo, dopo novant’anni di vita terrena, del caro e già compianto Maestro Ambrogio Di Stefano, (leggi ancheMontalto ricorda il maestro Ambrogio Di Stefano) che dalla sua nascita, e per tutta la sua esistenza, ha fatto della nostra Città il luogo di insegnamento ed esempio di virtù umane e di valori cristiani per intere generazioni di montaltesi. Dal suo impegno nella formazione primaria di bambini e fanciulli, alla collaborazione con le diverse Amministrazioni Comunali, alla partecipazione alle realtà culturali del luogo, come la Banda cittadina o il Coro “La Cordata”, fino al riconoscimento della sua opera sociale con il conferimento dell’Onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana.