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Del Zompo di Asimprese Italia: per i balneari potrebbe davvero essere l’ultima stagione

Emidio

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non giungono certo messaggi rassicuranti, né dal Governo italiano e tantomeno dall’Europa su quello che sarà il destino di 30mila aziende balneari e di ben oltre 100.000 famiglie che oggi vivono nell’incertezza e nella sofferenza di non sapere cosa ne sarà di loro dal 31 dicembre 2015, data che nessuno è in grado di smentire che sarà quella che vedrà tanti concessionari essere sbattuti fuori da quelle che sono le loro aziende, quelle che con tanta fatica hanno creato e rinnovato, quelle per cui, forti di una normativa statale che prevedeva il rinnovo automatico sei più sei e il diritto di insistenza hanno spinto i nostri padri prima e noi oggi a investire e basare su questa attività il sostentamento per le nostre famiglie.

Un diritto lungo una vita spazzato via in pochi minuti da una direttiva europea (Bolkestein) che è stata prima votata anche con la “complicità e disinteresse” dei nostri parlamentari europei e che poi,  con assoluta leggerezza il Governo italiano ha addirittura ratificato buttando all’aria una fetta importante dell’economia di questo nostro Paese.

Come si può pretendere che oggi ci si chieda di investire nelle nostre aziende se non sappiamo neanche se ci sarà una stagione oltre questa?  E, cosa che nessuno pare voglia capire è che a soffrirne non saremo solo noi operatori ma anche tutto l’indotto che ci gravita intorno, le aziende fornitrici ad esempio.

Immagino cari colleghi con che animo ci apprestiamo ad affrontare questa stagione estiva 2015, con l’amarezza e il timore di non conoscere il nostro futuro e a risentirne certo sarà anche il turismo, il nostro utente perché non si riesce ad essere allegri come noi siamo sempre stati e per i quali siamo conosciuti se nell’animo non si ha gioia ma tormento.

Tutti i vari sindacati hanno avanzato richieste, fatto proposte, tutte valide ma di fatto non una è stata presa in considerazione dall’Europa e sapete perché? Perché nessuno “dei nostri” s’è preso la briga di portare uno stralcio di documento in Europa, in sei anni, tanti sono quelli in cui lottiamo non un pezzo di carta è arrivato alla commissione europea la qual cosa oggi ci costringe a lavorare in emergenza.

Sapete cosa dice il sottosegretario Barretta? Praticamente che la colpa è nostra, “che siamo troppo frantumati, che non troviamo una posizione unitaria”.

Ci sarebbe davvero da ridere se non ci fosse invece da piangere.

Ora il Governo si appresta ad affrontare una riforma del demanio marittimo chiedendo che vadano subito all’asta le nuove concessioni e un periodo transitorio per le attuali imprese balneari.

Che vuol dire? Transitorio quanto?

Siamo i nuovi precari col rischio di diventare i prossimi esodati .

Amici, colleghi io mi rivolgo a voi perché siamo noi a dover far sentire la nostra voce arrabbiata.

Siamo noi a dover salvare e tutelare l’attuale sistema balneare italiano visto che il Governo pare non farsi abbastanza carico del problema.

Da tutti i fronti ci viene detto che le aste sono inevitabili e sia, ma noi chiediamo una proroga come per la Spagna e la Croazia, settanta anni ma anche cinquanta, una durata ragionevole che ci consentirebbe di rientrare con gli investimenti fatti e che farebbe ripartire l’entusiasmo anche di chi vorrebbe fare ma ha paura.

Per questa Associazione sono il referente del settore e per questo colleghi chiedo anche a voi di dire la vostra, fatevi sentire, cercatemi e parliamone insieme, dalle idee condivise possono nascere spunti per un’azione concreta che non avremmo difficoltà a mettere in atto tutti insieme perché qui non si molla anzi, quando la lotta si fa dura i duri cominciano a lottare.