Iraq“Non ci aspettavamo lo scenario che si è presentato, ma sapevamo che Mosul era molto pericolosa, sapevamo che i loro spiegamenti erano poco distanti e di essere in un’area molto desertica e isolata.
Il primo sentimento è stato tristezza, paura. Ci chiedevamo come aiutare le persone rimaste a Mosul”.
Lo dice Pascal Warda, ex ministro dell’Immigrazione in Iraq, in un’intervista rilasciata ad Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia sulle barbarie che l’Isis sta commettendo a Mosul, capitale assira irachena.
“Il messaggio dei jihadisti è così crudele – sottolinea Warda -: uccidere la gente, cacciarla dalle proprie case e far vivere nel terrore. Pian piano le persone sono riuscite a scappare, anche se intere famiglie sono state derubate di tutto. È un’immagine disumana”. Per Warda “è stata un’invasione inaspettata” perché “questi uomini non hanno nulla a che vedere con la storia del luogo. Si sono imposti presentandosi come forze a cui tutti dovevano sottomettersi. Ancora peggiore è stata la reazione dell’esercito che ha lasciato la gente: non c’è stata una vera risposta all’attacco per fermarli”. Di fronte a terroristi armati e pronti a tutto “cosa poteva fare la povera gente disarmata?”. Di qui il suo impegno personale per scuotere le coscienze contro queste “persone oscure”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *