DIOCESI – Prosegue la nostra “rubrica dal carcere” leggi i precedenti articoli curata dai volontari della nostra diocesi.
E il primo e più bel ricordo mai è la mia prima ragazza, il primo amore, a quattordici anni.
Un giorno nel mio quartiere vidi un camion parcheggiato davanti ad una palazzina vicino alla mia. Dal camion vidi scendere una bellissima ragazza della mia età e la sua famiglia. Il camion era pieno di mobili e la mia intuizione iniziale ebbe conferma: si stavano proprio trasferendo lì!
La curiosità aveva fatto avvicinare tanti ragazzi del quartiere. Ma per me la calamita che mi aveva fatto avvicinare era questa nuova ragazza.
Era una bella giornata di sole e tutta quella roba doveva essere portata al terzo piano; capii che serviva una mano; chiamai tre o quattro amici che guardavano con me e chiesi se potevamo aiutarli. Tutto quel pomeriggio rimanemmo lì. Ma il mio pensiero e il mio sguardo erano per la ragazza. I nostri sguardi si incrociarono spesso e ogni volta era un’emozione che ancora non avevo mai vissuto. Decisi che sarebbe diventata la mia ragazza! Piaceva anche ai miei amici, ma mi sono imposto con loro: nessuno doveva corteggiarla. I miei compagni accettarono perché così funzionava da noi (l’autore è originario dell’Albania).
Dopo qualche giorno vidi la ragazza nella mia scuola, in un’altra classe; ci salutavamo con un sorriso.
Era diventata una fissa e pensavo sempre a lei. Ogni mattina aspettavo che uscisse da casa per camminarle vicino. Erano mesi che le stavo dietro, ogni tanto ricordavo ai più bulli di non disturbarla. I nostri sguardi erano sempre più intensi, anche io le piacevo, fra noi era chiara l’attrazione, mancava solo che le chiedessi di diventare la mia ragazza. Tante volte mi decidevo, ma ogni volta il mio cuore usciva dal petto e davanti a lei mi sentivo un cucciolo indifeso. Due volte la fermai pensando di dichiararle il mio amore, ma ogni volta mi vergognavo.
Un giorno ne parlai con mio cugino che mi rispose: “Se non ce la fai a parlarle, prima di andare da lei, bevi un paio di bicchieri di grappa e vedrai che andrà tutto bene. Dichiara il tuo amore, dille che sei serio e che vuoi sposarla”.
Io imparai tutto a memoria, senza rendermi conto che alcune affermazioni erano adatte a persone più grandi.
Una mattina presi la grappa, ne bevvi un bel po’ e subito la testa cominciò a scintillare dato che non ero abituato a bere. La aspettai e le dissi tutto con tanto trasporto. Non dimenticherò mai quell’istante. Lei mi disse: “Ma sei ubriaco!!! Non puoi dire a mio padre queste cose! Sarò la tua ragazza, ma di nascosto.”
Quando mi disse di sì, sentii un brivido tale che la abbracciai e le diedi un bacio sulle labbra.
Da quel giorno mi sentii un ragazzo diverso, con una marcia in più, è proprio vero: l’amore ti fa volare!
Insieme abbiamo passato anni indimenticabili, insieme siamo cresciuti in quel benessere che l’amore ti dà, abbiamo fatto progetti per il futuro, abbiamo sognato.
È stata la mia ragazza fino ai primi anni di carcere, perché se non fosse successo ciò che mi ha portato in carcere, io non l’avrei mai lasciata.