Tutti conoscono la strada per accedervi, e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte rimangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono‘”. Ma l‘Anno giubilare, che sarà inaugurato tra sette mesi, “sarà anche un invito alla Chiesa nel suo insieme alla conversione profonda, una conversione missionaria del cuore e della mente”. In definitiva, “un cambiamento di ‘logica‘”, che nel pensiero di Francesco “è la logica di Dio, il suo modo di guardare al mondo, alla storia, all‘umanità e al singolo essere umano”.
L‘editoriale de “La Civiltà Cattolica” sul Giubileo straordinario sottolinea poi come il Papa abbia indicato “due logiche di pensiero e di fede: la paura di perdere i salvati e il desiderio di salvare i perduti. Anche oggi accade, a volte, di trovarci nell‘incrocio di queste due logiche: quella dei dottori della legge, ossia emarginare il pericolo allontanando la persona contagiata; e la logica di Dio che, con la sua misericordia, abbraccia e accoglie reintegrando e trasfigurando il male in bene, la condanna in salvezza e l‘esclusione in annuncio. Queste due logiche percorrono tutta la storia della Chiesa: emarginare e reintegrare”. Ed è proprio “la misericordia la potente forza di reintegrazione che sgorga dal cuore di Cristo e, grazie alla Chiesa, può toccare ogni persona umana, anche la più distante da Dio”. Ma “la misericordia – sottolinea l‘editoriale, citando ancora le parole del Papa – non è solo un atteggiamento pastorale, ma è la sostanza stessa del Vangelo di Gesù”. “La sfida è davvero grande – conclude l‘editoriale -, soprattutto per l‘Occidente secolarizzato: non solo una riflessione sui modi pastorali, ma l‘impegno a riaprire in termini non soltanto astratti, ma esistenziali, la questione di Dio, su chi sia Dio, sul suo volto, in un mondo che ormai agisce ‘etsi Deus non daretur‘, cioè a prescindere dalla sua esistenza, non riconoscendone il volto e la rilevanza”.