Di Floriana Palestini
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Giovedì 19 marzo il vescovo Carlo Bresciani ha presieduto la S. Messa nella chiesa di San Giuseppe, per celebrare il patrono cui è dedicata la chiesa ma anche tutti i papà.
L’omelia del vescovo si è incentrata sulla figura di San Giuseppe, padre di Gesù, il quale ha risposto alla chiamata del Signore con disponibilità e prontezza.
«Giuseppe rispondendo così va contro le convenzioni sociali del tempo e fa trionfare innanzitutto l’amore – afferma il vescovo Carlo – Appena il mistero di Dio si fa presente in lui, Giuseppe dice il suo sì e con questo egli si fa custode della verità, si fa custode della vita di Maria e della vita di Gesù.
Qui c’è un aspetto della grandezza di Giuseppe, perché farsi custode degli altri è la vocazione del cristiano: non possiamo pensare di farci custodi soltanto per noi stessi, questo è egocentrismo.
La vocazione è sempre farsi custodi degli altri, in maniera diversa. Due coniugi sono chiamati a farsi custodi l’uno dell’altra reciprocamente. I genitori sono chiamati a farsi custodi dei figli e i figli a loro volta farsi custodi dei genitori, perché è solo così che si comprende il valore della vita.
Un figlio ha bisogno della donna e dell’uomo in una relazione di affetto, di reciproco rispetto, perché custodire la vita non è farla crescere solo materialmente, ma è farla crescere in tutta la ricchezza di spirito. Giuseppe si prende cura della vita di Maria e di Gesù ed è importante, perché prendersi cura della vita è prendersi cura dell’opera di Dio. In tutto il vangelo non troviamo una sola parola di Giuseppe; nel passo che abbiamo letto (Mt 1,16.18-21.24, ndr) Giuseppe pensa, medita, ma non c’è una sua parola. L’uomo di solito è colui che parla poco, ma Giuseppe fa il suo compito di padre e accompagna Gesù, se ne prende cura, ecco perché è un uomo giusto, animato da fede, guidato da una pronta disponibilità; egli dice sì nel silenzio e diventa un operoso custode. Invochiamo oggi San Giuseppe perché impariamo da lui a prenderci cura gli uni degli altri, ma soprattutto di coloro che sono nel bisogno, di coloro che hanno bisogno di aiuto e di comprensione, e tutti ne abbiamo bisogno».