MARCHE – Si è svolta la 6’ festa di S. Giuseppe proposta dal Mlac, nelle Marche luogo dell’incontro è stato Potenza Picena. Il tema del lavoro è stato declinato evidenziandone la creatività e l’opera come arte della persona “Artisti del Lavoro” per “essere audaci e creativi”. L’occasione per riscoprire un lavoro manuale fatto di abilità e che produce bellezza, come l’arte della tessitura presso l’istituto del SS. Redentore e della Beata Vergine Addolorata. Un patrimonio delle nostre terre che rischia di sparire se non lo si consegna e lo si tramanda al futuro. Presso la cappella dell’istituto è stata presentata la storia del laboratorio di tessitura guardando al futuro, dopo il saluto del Mlac regionale con Antonella Marino che ha ricordato come in molte altre regioni italiani il Mlac stesse celebrando la festa di S Giuseppe, e dell’Azione cattolica con Antonella Monteverde, il sindaco Acquaroli ha plaudito all’iniziativa riconoscendo come anche all’attenzione politica si deve porre l’idea che si possa ripartire dal ricco patrimonio del nostro paese anche per ritrovare la dignità del lavoro.
In effetti i telai delle suore fermi e silenti nel laboratorio dell’istituto pongono queste questioni alla società tutta. E intorno a questo si è cercato di riflettere. Anna Rossi, responsabile della pastorale sociale dell’Arcidiocesi di Fermo, ha sottolineato come anche intorno all’attenzione di don Bosco sull’avviamento al lavoro nel processo educativo, sia aprtita un’idea per recuperare il lavoro artigianale. Quel lavoro che costruiva grosse personalità, consapevoli e competenti nel creare opere, un lavoro con un valore che veniva tramandato e custodito. Così coinvolgendo l’animatrice di Policoro, Marta Andrenacci, i responsabili degli oratori con Fausto Cavalieri che avevano sperimentato laboratori manuali legati alla tessitura, ha raccontato Anna, si è iniziato a lavorare intorno all’idea. Idea progettuale che è stata anche presentata al Concorso di idee “GenerAzione di idee” del Mlac. L’idea si muove intorno a un patrimonio di inestimabile valore artistico e di bellezza, nonché lavorativo, dei laboratori di tessitura delle suore dell’istituto che sorge a Potenza Picena.
Questi laboratori con grandi telai funzionanti hanno per anni lavorato realizzando stoffe e tessuti di altissimo pregio che si trovano ancora oggi in molte case, ricordati in una delicata poesia recitata in dialetto recanatese, durante l’incontro, dalla poetessa Gabriella Paoletti. Infatti tali tessuti sono anche nella casa di Leopardi a Recanati e in molte chiese, nonché nella sagrestia del papa come ha raccontato suor Daniela, presentando la storia dell’istituto. Il prossimo anno 2016 per l’istituto sarà il bicentenario della nascita ad opera di una semplice donna del posto che, insieme ad altre, avviò l’impegno a favore dei ragazzi poveri, e poi delle giovani povere che non riuscivano ad avere un corredo così come per il sostegno dei seminaristi. Tutte queste attività a favore dei poveri furono sostenute anche dal lavoro ai telai delle suore, partendo proprio da ciò che esse potevano saper fare, e un tempo le abilità apprese dalle donne erano i lavori nei campi e la tessitura che si faceva a casa. Poi lo sviluppo di questi telai ha permesso una specificità degli intrecci e dei disegni di grande pregio. Telai che lavoravano anche a turni continui delle suore, mentre tessendo pregavano, racconta con simpatia suor Daniela, mostrando le affascinanti macchine del laboratorio. Quest’arte, dato che alla sovrintendenza è stata registrata proprio come attività d’arte non semplicemente artigiana, è stata raccolta dalla maestra d’arte Paola Sabbatini che al termine dei suoi studi all’istituto d’arte, ramo tessitura, desiderava continuare in questo percorso. Purtroppo le difficoltà di gestire il lavoro come una vera e propria attività d’impresa hanno fermato i telai.
L’idea progettuale presentata con la festa di S. Giuseppe ha avuto come obiettivo quello di far conoscere la storia di questo laboratorio di tessitura e la sua bellezza, delle opere tessute ma anche degli intrecci di speranza a favore dei poveri. Ora si tratta di trovare le modalità per tramandare quest’arte alle nuove generazioni. Intorno a questa idea si è creta una rete e delle sinergie che possono rimettere in moto i fili dei meravigliosi tessuti e i fili delle povertà di oggi a cui andare incontro, legate spesso alla mancanza di lavoro, al precariato o a un lavoro che non mette al centro la persona con le sue straordinarie capacità di essere artisti del proprio lavoro.
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