Se è importante saper collocare ogni opera d’arte in situ, lo è tanto più per le opere sacre che sono state pensate per uno spazio liturgico. Ciò, ovviamente, vale anche per la croce. Nelle antiche chiese trovava spazio sopra una sorta di tramezzo che divideva il presbiterio dal resto della chiesa. In una simile posizione, la croce veniva a sovrapporsi col volto del Cristo glorioso collocato. In tal modo, il fedele riusciva a percepire il mistero della morte e resurrezione con straordinario equilibrio.
Le cose cambiano con l’affermarsi della spiritualità francescana a partire dal XIII secolo. Il Poverello di Assisi aveva una grande venerazione per il Cristo crocifisso e così la rappresentazione del Nazareno prende sempre più le forme di quello che gli storici dell’arte chiamano “Christus patiens” (= Cristo che soffre).
Attraverso le più svariate raffigurazioni della croce, don Gianluca Busi condurrà le persone a meditare sulla ricchezza del mistero pasquale.
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Sono convintissimo di spiegare anche il catechismo con l'arte come faccio oggi con i cresimandi portandoli assieme ai genitori e padrini, esempio, al Battistero della Cattedrale, per la lettura e la riflessione del rito del battesimo con riferimenti agli Affreschi di Giusto de Menabuoi. Ma altro ancora!.