elemosinaUn fermo immagine rubato per strada. In una piazza romana trafficatissima, nei pressi di un bar, staziona da giorni una vecchia donna rom. Il volto semicoperto da un fazzolettone dal quale emergono solo vecchi occhi spenti. Un bastone per reggersi e la mano tesa verso i passanti.

Il semaforo segna rosso e un papà con i baffoni, tarchiatello e malvestito, sta lì ad attendere il verde che non arriva mai e tiene stretta la mano del figlio perché non gli scappi via. Gira lo sguardo e vede quella donna che chiede l’elemosina. Mette la mano in tasca, prende uno spicciolo e lo dà al figlio che subito si avvicina alla donna e glielo consegna nelle mani tremanti.

Quell’uomo e il suo bambino non sono italiani. Forse sono pakistani, a giudicare dal colore della pelle e dai tratti somatici. Certo, per come sono vestiti, non se la passano bene. Forse quell’uomo è uno di quei piccolissimi commercianti che si guadagnano la vita in una metropoli difficile come Roma.

Lui non ha resistito allo slancio del cuore. Con quei centesimi ha educato il figlio: noi non siamo ricchi, ma c’è qualcuno più povero di noi… Non so a voi, ma a noi questo fermo immagine ha dato una grande lezione: poveri che aiutano altri poveri.

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