I cristiani sono “a rischio di estinzione” in Medio Oriente, la comunità internazionale intervenga il prima possibile o sarà troppo tardi. È l’accorato appello al Palazzo di Vetro di New York, dell’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, Bernardito Auza. “L’ora è grave – ha affermato mons. Auza a Radio Vaticana – la sopravvivenza stessa dei cristiani in Medio Oriente è a rischio dopo 2000 anni. Anche altre comunità etniche e religiose stanno subendo ugualmente violazioni dei diritti umani, torture, uccisioni e ogni forma di persecuzione semplicemente per la fede che professano o per il gruppo etnico di appartenenza”, ma “i cristiani sono stati specificamente presi di mira, uccisi o costretti a fuggire dalle loro case e villaggi”. La situazione è “insostenibile. I cristiani vivono un profondo senso di abbandono” da parte delle autorità legittime e della comunità internazionale. Da qui l’appello della Santa Sede al mondo “ad agire prima che sia troppo tardi”, ricordando che “l’intera comunità internazionale ha concordato che ogni Stato ha la responsabilità primaria di proteggere la sua popolazione da genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e pulizia etnica” e – laddove non potesse o non volesse – “la comunità internazionale deve essere pronta ad agire per proteggere le popolazioni in conformità con la Carta delle Nazioni Unite”.

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