“Un contributo al dibattito storico, fondato su fatti e documenti, per una discussione serena e non ideologica su quegli eventi”. Così Antonello Carvigiani presenta “Lo vuole il Papa”, il docufilm da lui curato (regia di Andrea Tramontano, post produzione di Giuseppe Pasqual) che Tv2000 manderà in onda mercoledì 1 aprile alle ore 21.10 (canale 28 del digitale terrestre, 140 di Sky, in streaming su www.tv2000.it) proponendo, per la prima volta in televisione, preziosi documenti sulla protezione degli ebrei chiesta da Papa Pio XII ai conventi romani tra l’ottobre del 1943 e il giugno del 1944, durante l’occupazione tedesca. “Rispetto al documentario che facemmo nel 2009 per Tv2000 – spiega Carvigiani – ora mostreremo materiale se non inedito sicuramente poco conosciuto e certamente mai filmato”. Si tratta di cronache e diari di quattro monasteri romani – Santi Quattro Coronati, Santa Susanna, Santa Maria dei Sette dolori e Istituto di Maria Bambina – che contengono passaggi in cui le religiose dell’epoca annotano che a chiedere l’apertura delle loro case agli ebrei vittime del rastrellamento fu Papa Pacelli. “Abbiamo riunito questi quattro documenti e li abbiamo messi in un’unica sequenza narrativa, storica e filmica”, spiega Carvigiani per il quale “si tratta di rarissime tracce della disposizione impartita dal Vaticano, che non è documentabile”.
“Nei documenti che saranno mostrati in ‘Lo vuole il Papa’ sono state usate formule diverse. Si parla direttamente ‘del Papa Pio XII’, dei ‘reverendissimi superiori’, di ‘rappresentanti del Papa’ a cui ‘non si può dire no’ e ancora di un ‘desiderio espresso, ma senza obbligo dal Santo Padre Pio XII’. Sono un’eco importante di quella disposizione”, aggiunge Carvigiani. “Accanto ai documenti ci sono le testimonianze, indirette, di suore che raccontano di consorelle del tempo che vissero quei terribili avvenimenti e parlarono della volontà del Papa per chiedere di aprire le porte dei monasteri”. “E poi ci sono le testimonianze dirette di due ebrei che furono ospitati il primo nel monastero di Santa Susanna e il secondo in quello dei Santi Quattro Coronati”, aggiunge Carvigiani secondo cui “sono tutti tasselli che ci aiutano a capire un po’ meglio il ruolo della Segreteria di Stato, della Curia romana e, quindi, anche di Papa Pacelli”.