DIOCESI – Abbiamo incontrato Stefano Merli, che oggi, mercoledì 1 aprile, alle ore 19.00 con gli amici della Pastorale Giovanile Diocesana sono pronti ad accogliere i circa 300 giovani provenienti da tutta la nostra diocesi che si ritroveranno a Cupra Marittima per la GMG diocesana.
Stefano Da quale parrocchia provieni? Quali attività offre la tua parrocchia a giovanissimi e giovani?
Provengo dalla parrocchia SS. Annunziata di Porto d’Ascoli. Durante l’anno vengono proposti ai ragazzi incontri di catechesi, ritiri nei periodi di Avvento e Quaresima e campiscuola estivi. A loro viene chiesto durante l’inverno di mettersi a servizio come aiuto catechista e d’estate come animatore dell’oratorio estivo.
Quando è cominciato il tuo percorso nella PG?
Il mio percorso nella pastorale giovanile è iniziato con l’assemblea di Sichem; un incontro tra giovani ragazzi che aveva come scopo quello di pensare a una pastorale giovanile per farla rinascere. In quell’occasione ognuno di noi ha messo la sua impronta per iniziare questo cammino, e quando mi hanno chiesto di entrare a far parte della segreteria, io ho risposto di sì.
Di cosa ti occupi nella segreteria di PG?
Mi occupo principalmente della creazione di locandine degli eventi che facciamo e mi metto a disposizione nell’organizzazione di ogni evento.
L’incontro della PG diocesana ha come titolo ‘servono ponti non muri. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio’. Da dove è nata questa scelta e in cosa consiste l’incontro?
L’incontro della GMG diocesana vuole far riflettere sui rapporti che abbiamo al giorno d’oggi. “Servono ponti non muri” significa che ormai questa società abituata per lo più a giudicare ti consiglia di costruire un muro davanti a te e di non interloquire con chi la pensa diversamente da te.
Oggi proveremo a far capire che se abbattiamo questi muri e costruiamo invece un ponte capace di farci comunicare con gli altri, forse è più difficile, ma i risultati sono migliori.
Papa Francesco, durante il recente viaggio alle Filippine, ha affermato che i giovani non devono diventare “giovani da museo”, ma uomini e donne saggi e capaci di piangere ed amare. Quanto pesa l’opinione degli adulti su ciò che i giovani fanno?
Per quanto mi riguarda credo che influenzino maggiormente le azioni degli adulti rispetto alle loro opinioni. Purtroppo sempre il minor numero di persone adulte che si mettono a disposizione privando il loro tempo per gli altri può essere una spiegazione su certe scelte che i giovani compiono durante il loro cammino di fede.
Come vivi la fede?
Come un cammino lungo e faticoso ma anche bello e pieno di persone con le quali condividere esperienze significative che esso porta.