Calzoncini corti per le più giovani e gonna lunga tirata su per le più anziane, calze di cotone per proteggersi dalle zanzare, fazzoletto al collo e cappello a larghe tese per proteggersi dal sole. Sono immortalate così le mondine nelle foto di gruppo ormai ingiallite dal tempo. E da Silvana Mangano fino ai più recenti sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo, il racconto del lavoro nelle risaie non può non avere che loro come protagoniste. D’altra parte sono state a migliaia le lavoratrici stagionali che, piedi a mollo nell’acqua e schiena piegata da mattino a sera, fino a qualche decennio fa hanno avuto un ruolo fondamentale nella coltivazione di un prodotto dell’eccellenza italiana: il riso.
Qualcosa, però, sta cambiando. D’ora in poi il lavoro nelle risaie non sarà più solo un’esclusiva femminile. L’Ente nazionale risi, infatti, per le attività di monda, epurazione, raccolta e selezione del riso della stagione 2015, cerca personale per un impiego a tempo determinato senza porre condizione sul sesso dei candidati ma richiedendo semplicemente il diploma in agraria o, in alternativa, l’esperienza nel campo risicolo.
Il “mare a quadretti”, che nei mesi primaverili trasformava e trasforma ancora alcune zone della Pianura Padana, da anni ha visto l’introduzione degli antinfestanti chimici che ha ridotto drasticamente l’impiego delle mondine senza però far venir meno il lavoro manuale nelle risaie, ultimamente sempre più affidato a manodopera orientale. Ora un’altra novità è alle porte. Le risaie si mettono al passo con i tempi e si aprono ufficialmente all’universo maschile. Se nelle prossime settimane solcando il “mare a quadretti” vi capiterà di vedere un ragazzo intento a “mondare” le piantine di riso non vi preoccupate: sta semplicemente facendo il suo lavoro. Da bravo “mondino”. È l’ultima frontiera della parità di genere. Naturalmente… all’incontrario.
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