DIOCESI – Si è tenuta giovedì 2 Aprile alle ore 21.30 presso la Cattedrale Madonna della Marina la celebrazione in “Coena Domini” presieduta dal nostro Vescovo Carlo Bresciani.
Vescovo Carlo: “Uno dei gesti più significativi che Gesù compì nella notte dell’ultima cena è stata la lavanda dei piedi dei suoi discepoli.
Tra poco anche noi ripeteremo simbolicamente lo stesso gesto. La lavanda dei piedi ovviamente è simbolica: Gesù non voleva insegnare ai suoi discepoli come mantenere l’igiene personale, né voleva rimproverali in qualche modo per una mancanza in questo. Siamo nel contesto dell’ultima cena, quella in cui Gesù istituì il sacramento dell’eucaristia, che poi consegnò agli stessi apostoli con il comando “fate questo in memoria di me”. Con quel comando voleva che, come gli apostoli in quella cena si erano cibati del corpo e sangue di Cristo, anche noi, attraverso la Chiesa, potessimo avere la possibilità di ricevere lo stesso dono prezioso.
Gesù, però, accompagna a questo dono dono del suo corpo e del suo sangue il gesto della purificazione dei piedi. Essi sono le membra del corpo umano che più sono a contatto con la terra e rischiano di rimanerne infangate. L’accostamento simbolico non è per nulla affatto casuale. Solo chi non è sporco del fango morale del mondo può sedere alla mensa del corpo di Cristo, e, se lo fosse, deve prima lasciarsi lavare i piedi da Gesù. Gesù lo dice chiaramente a Pietro, poiché egli faceva un po’ di fatica a capire il senso del gesto di Gesù: “se non ti laverò, non avrai parte con me” (Gv 13, 8). Pietro pensava alla pulizia del corpo di cui non aveva bisogno. Più tardi però, dopo aver rinnegato Gesù per tre volte, capirà che anche aveva bisogno della pulizia del suo animo e che Gesù poteva dargliela.
La condizione per aver parte con Gesù è, quindi, farsi lavare i piedi la Lui. Se questo valeva per gli apostoli, ovviamente vale anche per noi. Ma allora possiamo chiederci: che cosa significa per noi farsi lavare i piedi da Gesù per essere ‘mondi’ e avere anche noi parte con lui? Come Gesù può lavarci i piedi? Se non è l’igiene fisica di cui Gesù sta parlando, di che cosa dobbiamo essere lavati da Lui se non dai nostri peccati?
Comprendiamo allora che Gesù sta parlando dal punto di vista spirituale e morale. Infatti, rivolgendosi a Giuda, dice che non tutti sono puri (Gv 13, 11) e Giuda non lo è perché il peccato cova dentro di lui. Il gesto di Gesù che lava i piedi ai suoi apostoli dice certamente la grande carità e l’amore di Gesù verso i discepoli, carità che si fa anche servizi umili, ma dice anche che il più grande gesto di amore di Gesù è il perdono dei peccati: questo è il vero lavacro di purificazione che solo lui può donare. Infatti, lo stupore più grande di coloro che avevano assistito ai suoi miracoli venne non tanto dalla stupefacente guarigione dalle malattie, ma dal fatto che Gesù diceva “Ti sono perdonati i tuoi peccati” (Mc 2, 9). Solo Dio, infatti, può perdonare i peccati. Gesù che rivendica per sé questo potere, afferma la sua divinità, il suo essere Figlio di Dio e questo era il vero scandalo.
Il perdono dei peccati, questo lavacro dello spirito che ci rende puri, frutto della immensa misericordia di nostro Signore, è il suo dono pasquale che va di pari passo con il dono dell’eucaristia. Egli, infatti, dice la scrittura, è “morto per i nostri peccati” e perché noi ne fossimo perdonati.
Riconoscere di aver bisogno di questo lavacro e accoglierlo dalle sue mani è la condizione per aver parte con Lui nel suo Regno. Siamo peccatori che hanno bisogno di essere lavati da Gesù. Gli apostoli, dopo essere stati lavati da Gesù, ricevono da Lui il comando di fare altrettanto gli uni agli altri, in nome suo. Come affida il sacramento dell’eucaristia agli apostoli con il comando “fate questo in memoria di me” (Lc 22, 19), e in tal modo la Chiesa diventa depositaria del suo corpo e del suo sangue, così affida il sacramento del perdono ai suoi apostoli dicendo “Vi ho dato l’esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13, 15). Non solo ci invita a perdonarci gli uni gli altri come lui ha perdonato a noi, ma in tal modo affida alla Chiesa il lavacro spirituale del sacramento del perdono. In altro passo del Vangelo, Gesù risorto ricorda ai suoi apostoli questa stessa verità, quando dice loro “Ricevete lo Spirito santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati” (Gv, 20, 22-23).
Gesù, quindi, con la lavanda dei piedi, stabilisce una relazione molto forte tra l’eucaristia e il perdono dei peccati. Questo è un insegnamento fondamentale: senza questo lavacro non è possibile ‘aver parte con lui’. Si tratta di un lavacro che Gesù vuol dare a tutti, tanto è vero che con Pietro che non capisce, Gesù deve insistere. Lo offre anche a Giuda, ma questi si lascia lavare i piedi solo come pratica igienica, non come conversione spirituale, e così la lavanda non gli serve a nulla per la salvezza.
Se l’eucaristia è comunione con Gesù e, in Lui e attraverso Lui, con Dio, allora il peccato deve essere prima lavato, perché esso è rottura e barriera alla comunione. Il peccato è amore sbagliato di sé e dell’altro/Altro: è ciò che si crede amore, ma amore non è; è ciò che si riveste di parolone grosse di altruismo, ma nasconde la meschinità dell’egoismo; è il mettersi al posto di Dio volendo essere giudici del bene e del male meglio di Lui stesso.
Quando si fa così, non è possibile ovviamente alcuna comunione con Dio e la partecipazione all’eucaristia resta sì un cibarsi fisico, ma non è più un cibarsi spirituale. Occorre prima una conversione e una purificazione. Anche Giuda si è cibato fisicamente a quell’ultima cena, ma il suo spirito non si è convertito e questa mancanza di conversione è stata la sua rovina. Bastava la sua conversione e il perdono di Gesù sarebbe certamente giunto fino a lui: Gesù, infatti, si è chinato a lavare anche i suoi piedi!
E’ vero, il perdono è per tutti, Gesù c’è l’ha acquistato con la sua morte ‘per i nostri peccati’, ma occorre lasciarsi lavare i piedi da Lui, occorre la nostra conversione all’amore, occorre che insieme con Lui impariamo a donare la nostra vita per amore. In caso contrario non c’è comunione con Gesù, anche se si mangia il suo corpo e si beve il suo sangue.
Mentre anche noi, in spirito e in comunione con la Chiesa celebriamo questa ultima cena insieme con Gesù e ci disponiamo ad accogliere il dono prezioso dell’eucaristia e del perdono, riconosciamo che abbiamo bisogno che i nostri piedi siano lavati da Lui attraverso la Chiesa per essere pronti a ricevere il suo corpo e il suo sangue e così, rinnovati dai sacramenti, possiamo entrare in quella vita nuova che è la vita secondo la Pasqua di nostro Signore”.