“Papa Francesco insiste spesso sul concetto di misericordia, un sentimento che oggi riscopriamo quando ci troviamo difronte alle sofferenze dei migranti, dei poveri o alle emergenze sanitarie. Ma l’impressione è che ormai la nostra comunità abbia deciso di fare a meno della misericordia, preferendo il cinismo e l’indifferenza verso l’altro, verso lo straniero”. Lo ha detto monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare della diocesi di Roma per il settore Sud, durante il convegno promosso dalla fondazione Ime e dall’Istituto di Medicina Solidale che si è svolto questa mattina all’Università di Tor Vergata in occasione della Giornata mondiale della salute. Mons. Lojudice, da anni impegnato nella pastorale migratoria con la Migrantes della diocesi di Roma, si è soffermato nel suo discorso sulle difficoltà vissute dal popolo Rom, definito più volte come “l’anima nomade del Mediterraneo”. “Molte persone – ha affermato mons. Lojudice -considerano i campi Rom come luoghi pericolosi e da emarginare, popolati da persone sporche e criminali. Si tratta di un falso stereotipo, che ignora totalmente il fatto che la maggior parte di queste persone sia fuggita da guerre, terrorismo e miseria. Ogni cittadino che si definisca cristiano – ha concluso – dovrebbe abbattere queste barriere ideologiche in favore della solidarietà e della misericordia”.