Di Silvio Giampieri, foto Simone Incicco
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RIPATRANSONE – La festa dell’Ottava di Pasqua a Ripatransone è senza dubbio resa celebre dallo spettacolo pirotecnico del “Cavallo di Fuoco” unico nel suo genere e recentemente dichiarato “Patrimonio d’Italia per la tradizione”.
Per risalire alle origini di questa usanza dobbiamo arrivare al 10 Maggio del 1682. Tale data fu scelta infatti per la solenne incoronazione del simulacro della Beata Vergine Lauretana, venerata localmente con il titolo di Madonna di San Giovanni, a motivo della Confraternita che tutt’ora la tiene in custodia e ne provvede ad un adeguato culto. L’onorificenza della corona d’oro era un privilegio che fu concesso dal Capitolo dei Canonici di San Pietro a Roma, quale segno di riconoscimento per la grande venerazione di cui era oggetto il taumaturgico simulacro (il quale fu tra l’altro il primo ad ottenerla nella “Provincia della Marca”).
Il Marchese Filippo Bruti Liberati in una sua memoria di storia antica tenta di ricostruire l’invenzione dello spettacolo, sostenendo che al termine dei festeggiamenti di quell’evento memorabile, il maestro fuochista proveniente da Atri, percorse la piazza del paese in sella ad un cavallo, facendo a tratti esplodere fuochi artificiali. Non sappiamo se ciò avvenne per una causa accidentale, come taluni sostengono, oppure per l’intento di creare un nuovo gioco pirotecnico, sta di fatto che la realizzazione piacque a tal punto tanto da trasmettersi fino ai giorni nostri, con le sole interruzioni dovute ad eventi bellici.
Con il progressivo incremento della partecipazione popolare anche dai paesi limitrofi, il successo della manifestazione è cresciuto a tal punto che è stata da alcuni anni introdotta la versione per bambini, il cosiddetto “Cavallino di fuoco” la sera precedente la domenica in Albis, quando invece viene acceso quello tradizionale. Oltre che permettere una partecipazione più adeguata anche ai più piccoli, l’evento del sabato sera segue un momento di preghiera mariana, dedicato proprio ai giovani, per educarli al vero senso della festa che è prettamente religioso.
Forse molte persone che afferiscono da altri paesi ignorano, differentemente dai Ripani, che quello del Cavallo di Fuoco è un momento che chiude le giornate dedicate ad onorare la Madonna di San Giovanni, culminanti nella Domenica dopo Pasqua con il solenne pontificale del Vescovo diocesano e la grande processione con il Simulacro per le vie della Città.
È bene quindi che la festa dell’Ottava non sia ricordata solo per lo spettacolo pirotecnico, indubbiamente nel cuore di tutti, ma anche per l’affetto che i Ripani nutrono e manifestano per la “loro” Madonna di San Giovanni, la cui devozione costituisce un elemento unico per la loro identità culturale.