“Il tema della teologia tra scienza e fantascienza può essere letto in due modi”. Lo ha detto Giandomenico Boffi, direttore dell’Area di Ricerca Sefir (Scienza e fede sull’interpretazione del reale), aprendo i lavori del convegno “La teologia tra scienza e fantascienza” alla Pontificia Università Lateranense. “Il primo, ricalcato su una famosa pubblicità dei primi anni Ottanta vede la teologia cristiana che, pur partendo dal dato rivelato, non mira a stupire con effetti speciali, ma è vera scienza, intensa come disciplina organica e rigorosa – ha spiegato -. Per il secondo aspetto, in quanto scienza autentica, la teologia – alla pari di tutte le altre scienze, comprese matematica, fisica, etc. – accanto a momenti di analisi rigorosa ha bisogno di momenti di ‘fantasiosità’, ciò che consente allo studioso di immaginare percorsi nuovi, da sottoporre poi al rigore dell’argomentazione”. L’enunciato di un teorema, ha osservato, “va dimostrato ma prima deve essere immaginato. Elementi per questa fantasiosità sono forniti al teologo dall’immaginario collettivo che si esprime tra l’altro nella fantascienza, in cui ricomprendiamo anche il genere fantasy”. Dunque, “il discorso religioso ispira taluni aspetti dei racconti di fantascienza e, viceversa, tali racconti esprimono esigenze profonde dell’animo contemporaneo che la teologia può e deve intercettare”.