“Pochissimi asteroidi – afferma – sono stati chiamati con un nome che onori l’impegno e il contributo delle donne. Se c’è qualcuno che merita di avere un asteroide dedicato, è proprio Malala!”. Il suo sogno, rivela l’astrofisica da dieci anni al Jpl, è stato da sempre quello di diventare una scienziata. Di qui l’incoraggiamento alle ragazze: “Scienza e ingegneria sono per tutti! Per risolvere i problemi più gravi dell’umanità abbiamo disperatamente bisogno del brainpower (capacità intellettuali, ndr) di tutte le persone intelligenti. Non possiamo permetterci di respingere metà della popolazione… E questo è un lavoro di cui ci si innamora ogni giorno di più”. Ne siamo assolutamente convinti; tuttavia, anche se la differenza di genere si sta gradualmente attenuando, per la maggior parte delle donne, nonostante preparazione, bravura e impegno siano pari a quelli dei colleghi maschi, il “soffitto di cristallo” rimane impenetrabile, soprattutto se si tratta di discipline scientifiche.
La recente ricerca “Why so Few?” attribuisce questa difficoltà al perdurare di pregiudizi e stereotipi culturali che ritengono la popolazione femminile poco portata a studi scientifici, tecnologici e matematici. E quando vengono colti orientamenti o ambizioni al riguardo, spesso sono proprio genitori o insegnanti a scoraggiarli, indirizzando le scelte altrove. Per questo vorremmo dire alle ragazze di tutto il mondo, e oggi siamo in buona compagnia: “Non lasciatevi tarpare le ali, abbiate fiducia in voi stesse e seguite la vostra passione”. Grazie, Amy!