“Essere credibile con i fatti, non sono con le parole. E poi chiamare le cose con il proprio nome, senza aver paura di risultare politicamente scorretto, come è accaduto qualche giorno fa con il riferimento al genocidio degli Armeni. È questa la forza di papa Francesco, e uno dei motivi per cui è così amato”. Lo ha detto questo pomeriggio monsignor Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro televisivo vaticano (Ctv), ospite del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania. Monsignor Viganò ha illustrato le difficoltà di “raccontare per immagini” la vita quotidiana del Pontefice, dagli incontri con i potenti della Terra a quelli con la gente comune. Per il direttore del Ctv, “lo stile di Papa Francesco è ‘conversazionale’, fatto di espressioni semplici, comuni e immediate come ‘buona sera’ e ‘buon pranzo’. Non è facile sostenere in tv questo atteggiamento. Noi ci proviamo cercando di far respirare allo spettatore l’atmosfera che vediamo, per farlo sentire presente”. Se da un lato “si pianifica nei minimi dettagli la comunicazione degli eventi”, dall’altro, dice monsignor Viganò, subentra la “quotidianità eventizzata del Pontefice”, con “i suoi gesti imprevedibili del quotidiano che immediatamente si traducono in un evento”, come quando ferma all’improvviso la papamobile per salutare qualcuno. Un atteggiamento spontaneo, “che non nasconde alcuna strategia come qualcuno vorrebbe credere”.