I giovani e i malati: “Due periferie al centro della premura della Chiesa”. Così don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone, ha spiegato la scelta dell’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, di dedicare, durante tutto il periodo dell’Ostensione della Sindone, un’attenzione particolare “a due categorie di persone, apparentemente così diverse, eppure in questo momento unite dal vivere una comune situazione di esclusione”. Intervenendo oggi alla conferenza stampa di presentazione dell’Ostensione della Sindone, don Gottardo si è soffermato sul legame tra la Sindone e don Bosco, il “Santo dei giovani”, che “ancora oggi, dopo 200 anni, offre una guida sicura per il cammino educativo delle nuove generazioni così diverse da quelle del suo tempo eppure inevitabilmente abitate dallo stesso desiderio di essere amati e aiutati a entrare nella vita fino a scoprirne il significato”. Lungo il percorso, i pellegrini saranno accompagnati oltre che da don Bosco anche da alcuni dei santi di Torino e del Piemonte: per tutti ci sarà la possibilità di confessarsi in alcune chiese vicino alla cattedrale. Per i malati sono state predisposte strutture di accoglienza notturna e diurna: il mercoledì è a loro disposizione un percorso dedicato, con modalità di ingresso specifiche.