ROMA – Al termine della Conferenza stampa di presentazione del Padiglione della Santa Sede a Expo 2015 ho avuto il piacere di porre alcune domande al Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Commissario Generale della Santa Sede per l’Expo 2015.
– #nondisolopane è il titolo del tema che verrà sviluppato al’interno del padiglione concepito come un giardino da custodire con cura, come un cibo da condividere con l’Altro, come un pasto che educa alla sobrietà e che rende presente Dio nel mondo. Un padiglione che rimanda evidentemente anche a precise affermazioni e prese di posizione di Papa Francesco?
L’intenzione della Chiesa è quella di far sentire la sua voce e di offrire la sua testimonianza sui temi delicati e densi del futuro che sono stati proposti dalle Esposizioni, soprattutto nel passato. La politica culturale della Santa Sede si mantiene coerente nel confermare l’importanza dell’essere presente e prender parte ai dibattiti sulle questioni cruciali relative alle modalità di abitare il pianeta e di custodire il futuro. All’interno del Padiglione, il tema “Non di solo pane” sarà declinato attraverso quattro dimensioni: ecologica, economica-solidale, educativa e religiosa. Ogni riferimento è collegato alle affermazioni e alle posizioni del Santo Padre.
-Quale messaggio vuole proporre la Santa Sede ai visitatori di Expo 2015 Milano?
Per l’Expo di Milano, la Santa Sede intende concentrare l’attenzione dei visitatori sulla rilevanza simbolica del nutrire e sulle potenzialità di sviluppo antropologico del tema, compreso nella sua ampiezza e complessità. Riscoprire le dimensioni della solidarietà e della fratellanza per imparare insieme a custodire il pianeta e dare un futuro di speranza all’umanità.
Il Santo Padre visiterà l’Expo?
Attualmente nell’agenda del Santo Padre non è prevista una visita all’Expo, tuttavia, non possiamo escluderlo, anche se resta un ipotesi improbabile.
-Nel periodo di esposizione il Padiglione della Santa Sede organizzerà numerosi eventi, incontri e iniziative, tra cui, un “Cortile dei Gentili”. Lei è tra gli ideatori, deve sapere che è stato per me e per molti studenti della FUCI di Macerata, l’università in cui studio n.d.r. una fonte d’ispirazione. Nella diversità il dialogo…cosa si sente di dire a noi giovani universitari?
Vorrei dare il mio saluto più affettuoso a voi, soprattutto lasciando un motto, per voi, per la vostra esperienza di studenti, per questo periodo della vostra vita che può essere decisivo…Vorrei ricorrere, protrei ricorrere a tante parole della Scrittura, che è stata la componente fondamentale della mia vita per l’insegnamento, ma che è la componente fondamentale della vostra fede. Invece ricorrerò prorio nello spirito del “Cortile dei Gentili” ad una frase di un personaggio fondamentale per la civiltà dell’occidente, cioè, Platone, nel quale mette in bocca al suo maestro Socrate -nell’apologia di Socrate- in questo dialogo suggestivo, mette una frase che io vorrei lasciare come augurio per voi, non soltanto come punto di vista ulturale ma anche dal punto di vista umano e spirituale. “Una vita senza ricerca, non merita di essere vissuta.”