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Regina Caeli incentrato sul tema della testimonianza

CITTÀ DEL VATICANO – Durante il Regina Caeli di oggi, Papa Francesco, prendendo spunto dalle letture del giorno, si è soffermato sul tema della testimonianza nell’esperienza di fede.

Il Santo Padre ha sottolineato come all’inizio del cristianesimo ci sia l’essere testimoni di un fatto eccezionale: “Gli Apostoli, che videro con i propri occhi il Cristo risorto, non potevano tacere la loro straordinaria esperienza. Egli si era mostrato ad essi affinché la verità della sua risurrezione giungesse a tutti mediante la loro testimonianza”.

Da questo discende la missione che la Chiesa avrà in tutti i secoli: “E la Chiesa ha il compito di prolungare nel tempo questa missione; ogni battezzato è chiamato a testimoniare, con le parole e con la vita, che Gesù è risorto, che Gesù è vivo e presente in mezzo a noi”.

Come spesso accade nei suoi discorsi, il Pontefice ha proposto una tripletta di verbi per descrivere cosa sia la testimonianza: “Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione. Il testimone è uno che ha visto, con occhio oggettivo, ha visto una realtà, ma non con occhio indifferente; ha visto e si è lasciato coinvolgere dall’evento. Per questo ricorda, non solo perché sa ricostruire in modo preciso i fatti accaduti, ma anche perché quei fatti gli hanno parlato e lui ne ha colto il senso profondo. Allora il testimone racconta, non in maniera fredda e distaccata, ma come uno che si è lasciato mettere in questione, e da quel giorno ha cambiato vita”.

Alla luce di ciò, il Santo Padre ha ricordato come il cristianesimo, in modo originale rispetto a ogni altra esperienza umana, abbia la sua centralità in Cristo stessso: “Il contenuto della testimonianza cristiana non è una teoria, non è un’ideologia o un complesso sistema di precetti e divieti oppure un moralismo, ma è un messaggio di salvezza, un evento concreto, anzi una Persona: è Cristo risorto, vivente e unico Salvatore di tutti”.

Nicola Rosetti: